Fango sul Metodo Di Bella, odiatori scatenati. E il marito di una paziente deceduta difende la cura

27 Ago 2021 11:59 - di Désirée Ragazzi
Di Bella

«Voglio ristabilire la verità. Lo devo a mia moglie». M.M. da una settimana ha perso la moglie. Gliel’ha strappata un cancro all’ovaio. Un tumore che la scienza classifica tra i più terribili e insidiosi. L.C. aveva scoperto la malattia nei primi mesi del 2017. Inizialmente aveva seguito i protocolli oncologici e soltanto all’inizio del 2020 si era affidata alla terapia Di Bella. Per un anno e mezzo aveva seguito scrupolosamente il protocollo del professor Luigi Di Bella portato avanti dal figlio Giuseppe. Appuntamenti, controlli, cure. Poi il peggioramento e la fine. Ed ecco che la sua morte fa subito notizia e diventa un pretesto per screditare ancora una volta la terapia. La sua storia finisce sui giornali. Ma il marito non ci sta e puntualizza: «Hanno strumentalizzato la sua morte. Mia moglie si è affidata al Metodo Di Bella solo dopo un lungo percorso terapeutico fatto di interventi chirurgici e chemioterapia. La terapia del professor Di Bella? Le ha regalato un anno e mezzo di vita normale». M.M. spiega: «Hanno scritto che si era affidata sin dall’inizio alla terapia Di Bella e che la cura non ha funzionato. Non è assolutamente vero. Tutto ciò è profondamente ingiusto».

La testimonianza del marito

Poi racconta quello che è accaduto. «Mia moglie era stata operata di cancro ovarico nel marzo del 2017. Proposta la chemio aveva fatto inizialmente sei cicli fino al settembre dello stesso anno. Poi aveva continuato una terapia di mantenimento, ma non aveva portato i risultati sperati. A marzo del 2018 le avevano consigliato altri sei cicli di terapia che mia moglie aveva seguito fino al dicembre dello stesso anno. La malattia si era stabilizzata. Verso la fine del 2019 il tumore era ricomparso. A quel punto mia moglie non aveva voluto proseguire il percorso convenzionale. “Dopo due cicli non ce la faccio più. Non funziona”, mi aveva detto… ».

Il percorso con il MDB

M.M. è un fiume in piena. «Voleva trovare qualcosa di diverso – racconta – Aveva cominciato a documentarsi, a cercare una terapia alternativa che avesse fondamento scientifico. Ed ecco perché poi la decisione di affidarsi alla cura Di Bella. Voleva vivere e lottava senza abbattersi mai. E così scoperta la terapia Di Bella nel dicembre 2019 c’era stato l’incontro con il dottor Giuseppe Di Bella». E poi ancora. «Ricordo esattamente cosa aveva detto il dottor Di Bella: “Questa è una brutta bestia, dobbiamo cercare di tenerla a bada”. Da quel momento mia moglie aveva seguito attentamente tutta la cura fino a giugno di quest’anno. Mi preme sottolineare che con questa terapia ha avuto una qualità di vita decisamente migliore. La cura ha mantenuto stabile la malattia e reso migliori le sue condizioni di vita. Poi gli esami a febbraio di quest’anno hanno mostrato che la malattia aveva ripreso il suo corso. A maggio la situazione è peggiorata. Il resto della storia la conosce».

Il ringraziamento al dottor Di Bella

Le sue ultime parole sono di ringraziamento al dottor Di Bella. «Lo ringrazio per il lavoro che ha fatto e per il sostegno del suo staff nel dare una speranza di vita a mia moglie. Mi dispiace per quanto scritto da alcuni giornali. È un atto deplorevole».

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