Dal “Fatto” un dossieraggio inconsistente sul “Secolo”. La nostra colpa? Non essere di sinistra
Siamo sorpresi dalle pagine dedicate al nostro giornale dal Fatto Quotidiano (“Soldi pubblici, ecco la furbata del Secolo”). Si tratta di un inconsistente dossieraggio costruito con l’unico intento di gettare ombre sul nostro quotidiano, che di certo non è un organo di partito ma ha forse il torto di non essere un giornale di sinistra. E quel che ci sembra ancora più inaccettabile è che il dossieraggio venga da parte di colleghi. Il Secolo d’Italia è una testata storica, che dal 1952 informa gli elettori di destra con puntualità, correttezza, competenza e autorevolezza. La redazione, da sempre, ha lavorato con impegno, si sono susseguite tante firme importanti e i giornalisti hanno dimostrato, in qualsiasi occasione, la loro professionalità.
Del resto, come si evince dagli articoli, il Fatto riconosce che tutto è conforme alle normative vigenti, che non c’è nessuna ombra e che quindi la regolarità contraddistingue il Secolo d’Italia. C’è da sottolineare che in tutta Europa i governi finanziano il pluralismo dell’informazione con risorse molto più ingenti rispetto a quelle che sono garantite in Italia, riconoscendolo come un valore imprescindibile della democrazia. E questo è un elemento su cui si dovrebbe riflettere, perché la libertà d’informazione è un patrimonio al quale nessuno Stato democratico può rinunciare. Le risorse, peraltro, sono fondamentali per chi, come noi, non fa un’informazione sensazionalistica, perché il sensazionalismo porta vendite ma il Secolo ha come priorità quella di diffondere tesi e idee, ragion per cui ha bisogno del sostegno pubblico.