Bassetti affonda Bianchi: «Per la scuola ha fatto addirittura meno della Azzolina, solo parole»

4 Ago 2021 13:37 - di Aldo Garcon
Bassetti

«Per la scuola paradossalmente è stato fatto meno nel 2021 di quanto sia stato fatto nel 2020, stiamo rimpiangendo l’Azzolina». Lo dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Tutti nel governo sostengono che a settembre tutti gli studenti andranno a scuola in presenza. Peccato che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi malgrado le parole e le rassicurazioni ancora non dia segni. Nessuno ancora oggi conosce il suo piano.

Bassetti: «Sulla scuola non è stato fatto niente»

«Alla fine tante critiche all’Azzolina, e io sono stato il primo – ammette l’infettivologo – però almeno c’era una filosofia, un’idea per far tornare i ragazzi a scuola in sicurezza. Io vedo tante parole ma molti pochi fatti. Cosa abbiamo fatto in questa estate per far sì che i ragazzi vadano a scuola a settembre in sicurezza? Non è stato fatto niente dal punto di vista legislativo: gli insegnanti – attacca Bassetti – possono non vaccinarsi. L’anno scorso – ricorda il medico – ci sono stati dei grossi investimenti per assumere professori, per evitare di avere le classi pollaio e credo che tutto questo sia stato totalmente dimenticato, oltretutto non utilizzando dei fondi che erano a disposizione».

«Ecco come ci troveremo a settembre…»

«Quindi sulla scuola sono davvero molto critico. Vedrete – pronostica l’infettivologo – che il 15 settembre ci troveremo in una situazione molto, ma molto difficile, e avremo di nuovo alcune regioni che si troveranno nella stessa situazione del 2020. E questo è evidentemente inaccettabile», conclude.

«No a terza dose di massa, valutare caso per caso»

Ieri l’infettivologo ha bocciato l’ipotesi di una terza dose di vaccino. «Credo  – ha detto – che ad oggi non si possa pensare a una terza dose» di vaccino anti-Covid «di massa. Lo escluderei nella maniera più assoluta»

«In alcune sottopopolazioni di soggetti, che siano quelli particolarmente fragili o particolarmente anziani in cui sappiamo che c’è l’immunosenescenza, probabilmente» la dose “booster” si dovrà fare. «Però – ha insistito Bassetti – bisogna individualizzare la vaccinazione. Non possiamo più pensare a una strategia di massa. Individualizzare vuol dire che si andranno a valutare gli studi. E poi si andrà a valutare i singoli soggetti e ad alcuni verrà offerta la terza dose e ad altri no. Perché anche nell’ambito delle categorie degli immunodepressi c’è la persona che risponde con due dosi. E che quindi non ha bisogno della terza dose. Poi e c’è quella che invece non ha risposto»

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