Ultimatum di Conte a Draghi: “Lo faccio cadere sulla giustizia”. Ed è scontro con Di Maio

25 Lug 2021 9:28 - di Marta Lima

Il pupillo di Marco Travaglio affida al suo ufficio stampa, Marco Travaglio, l’ultimatum al governo Draghi sulla giustizia. Il titolo del “Fatto Quotidiano“. “O si cambia o non votiamo la fiducia” è tutto un programma, un abbaio in attesa del morso, che forse non arriverà mai, però, visto che in mattinata, all’alba, arriva la rettifica dell’ufficio stampa ufficiale del leader grillino. Ma cosa annuncia oggi il giornale di Travaglio? Un calcio nel sedere a Draghi e alle poltrone, poi la smentita sui virgolettati ma non sui contenuti, senza citare i destinatari. “In merito ad alcuni virgolettati che oggi vengono attribuiti a Giuseppe Conte, si precisa che Conte non ha rilasciato interviste, nè dichiarazioni, nè virgolettati”.

Conte minaccia Draghi sulla giustizia, però…

“E allora, in caso di mancata intesa, Conte potrebbe davvero decidere per lo strappo, per il mare aperto, cioè per l’uscita dal governo Draghi. ‘Se non accettano modifiche vere, preservando innanzitutto i processi per mafia, per noi sarà impossibile votare la fiducia’ dicono alcuni contiani doc, riassumendo la linea. L’opzione che l’ex premier non cerca ma che non considera eresia, per nulla. Tanto che non si è irritato, anzi, con la ministra Fabiana Dadone, che venerdì mattina ad Agorà aveva ventilato come possibile le dimissioni dei ministri in caso di mancato accordo sulla controriforma Cartabia”, scrive l’informatissimo “Fatto“. Con tanto di editoriale di sostegno di Marco Travaglio, che attacca Di Maio, colpevole di aver detto che è “assurdo bocciare le riforme solo perché non le abbiamo fatte noi”.

Di Maio e l’ex premier divisi sulla riforma

Il ministro degli Esteri, venerdì sera, dal palco della festa di Articolo Uno, a Bologna, che si muove tra Conte e Draghi, aveva detto: “Io non credo che sia irragionevole discutere della riforma della giustizia e dire che va migliorata. È irragionevole se vogliamo fare una battaglia ideologica per cui le riforme di tutti gli altri non sono buone perché le presentano gli altri e l’unica buona è la nostra. Questo è un salto che stiamo facendo in questa fase storica”. Parole che hanno infiammato i contiani. “Non possiamo morire come Movimento perché lui vuole restare ministro”, riporta il giornale di Travaglio.

 

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