Rdc, Renzi all’attacco: «I giovani sudino come i loro nonni». E in rete si scatena l’inferno

31 Lug 2021 20:48 - di Redazione
Renzi

Gratta il comunista e vien fuori il grillino. C’è poco da almanaccare, il Reddito di cittadinanza sta lì a dimostrarlo. Più ancora la difesa pronta a scattare ogni qualvolta se ne parla, seppur solo per correggerlo. Chiedere per conferma a Matteo Renzi che nel suo tentativo di recuperare simpatie tra i moderati e nel mondo produttivo è arrivato persino ad ipotizzare un referendum abrogativo della misura-simbolo del M5S. Ma, strano a credersi, ad intimare l’altolà non sono i grillini bensì i residuati della sinistra e le reliquie di Rifondazione comunista.

L’hastag “Renzi fai schifo” diventa trend topic

Un compagno più indignato dell’altro contro Renzi per un tweet anti-Rdc abbastanza duro nei toni. Eccolo: «Voglio riaffermare l’idea ha che la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela. Bisogna sudare ragazzi. I nostri nonni hanno fatto l’Italia spaccandosi la schiena, non prendendo sussidi dallo Stato». Non l’avesse mai detto. In pochi minuti la Rete si affollata di polemiche a suon d’insulti mentre l’hastag #Renzifaischifo è diventato trend topic su Twitter. Una vera crociata.  «Insegnami a soffrire con una vacanza da 35mila euro», ha ironizzato un utente. Seguito subito da un altro che ha tirato fuori le foto di Renzi sullo yacht di qualche tempo fa.

Rifondazione comunista: «Giustificato l’odio popolare verso di lui»

Ma, come dicevamo, è quello politico il fronte più incandescente. «Quando #RenziFaiSchifo diventa trend topic su Twitter – ha rilevato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rc – si conferma che l’ex-segretario del Pd è uno dei personaggi più impopolari del Paese. È un segnale positivo perché questo odio popolare è un sussulto di coscienza di classe ed è ampiamente giustificato. D’altronde Renzi fa di tutto per meritarselo». Sarà, fatto sta che nelle prossime settimane il Rdc potrebbe subire modifiche. Troppe ombre e poche luci. Soprattutto le troppe falle nel sistema avrebbero convinto il ministro del Lavoro Orlando ad apportare qualche correttivo. Una decisione cui probabilmente non è estranea la volontà di smontare con largo anticipo il referendum progettato da Renzi.

 

 

 

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