M5S, la farsa si fa tragedia: ora rischia di non poter presentare le liste. L’avvocato spiega perché

6 Lug 2021 17:34 - di Federica Argento
M5S liste

Lo stallo vertici del M5S rischia di avere gravi complicazioni. Mentre la farsa Grillo-Conte prosegue a suon di statuto e “comitati di saggi”, nel frattempo quel che rimane dell’alleanza con il Pd rischia di essere sepolto. La farsa che scivola in tragedia. “Si rischia il Vietnam giudiziario” dice Lorenzo Borrè, l’avvocato ‘spina nel fianco’ dei grillini. Per loro c’è la possibilità concreta di non riuscire a presentare il simbolo alle prossime elezioni d’autunno. Mentre il comitato dei 7 nominato da Grillo tergiversa su mere questioni di potere – quale ruolo assegnare a Grillo e a Conte- c’è la concreta possibilità che neanche possano candidarsi al prossimo appuntamento elettorale.  “Il tempo scorre”, si ragiona in ambienti parlamentari, “e qualcuno dovrà pur controllare e certificare le liste da presentare al voto sui territori”.

M5S, l’avvocato: “Crimi non può certificare il logo”

Il compito sulla carta spetterebbe al capo politico reggente Vito Crimi. Ma le recenti vicende processuali di Cagliari hanno confermato la fragilità giuridica del suo ruolo. Che va avanti in regime di prorogatio da ormai troppo tempo: il rischio è quello di inciampare nel solito ginepraio di ricorsi, presentati magari da eventuali candidati esclusi che potrebbero impugnare la decisione di Crimi. Per Lorenzo Borrè il rischio di andare incontro a questo scenario è altissimo: “Il rinvio delle consultazioni per la nomina dei componenti del Comitato direttivo – spiega il legale all’Adnkronos – rischia di essere l’ostacolo principale per la presentazione delle liste pentastellate alle amministrative”.

I grillini rischiano di non poter presentare le liste M5S: nodo giuridico

L’articolo 2 del Dpr n.132/1990 dispone infatti che “il deposito del simbolo della lista deve essere corredato da una ‘dichiarazione sottoscritta dal presidente o dal segretario del partito‘:  carica attualmente vacante secondo la lettera dello statuto, così come acclarato dal Presidente del Tribunale di Cagliari. E che non può essere surrogata da Crimi”. Una grana che si aggiunge al disastro politico dell’alleanza giallorossa. Le speranze di trovare un candidato comune con i dem a Torino sono infatte ridotte al lumicino e ad oggi Napoli è l’unica città dove centrosinistra e M5S sono riusciti a convergere sullo stesso frontman: ovvero l’ex ministro Gaetano Manfredi.

M5S, frana l’accordo col Pd

Resta anche l‘incognita delle regionali in Calabria dopo il passo indietro della candidata Maria Antonietta Ventura. Nella riunione di lunedì, la maggioranza dei parlamentari calabresi ha confermato l’asse con Pd e Articolo 1. Aspicando però la candidatura di una figura politica interna al M5S per sostituire Ventura. Ma il cammino è ostruito. L’intesa con i democratici mostra anche qui le prime crepe: i parlamentari Auddino, Melicchio, Ferrara e Orrico, secondo quanto apprende l’Adnkronos, avrebbero espresso forti perplessità circa l’alleanza con il Pd. Sarebbero piuttosto  favorevoli ad appoggiare il percorso civico di Luigi De Magistris. Una tegola tira l’altra. Mentre il duo Conte-Grillo si balocca di statuti e di saggi le schegge del fu M5S impazziscono. Grillo e Conte che ne pensano?

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