La Francia irrita i vescovi: procreazione assistita per single e lesbiche. Ma la legge è un pasticcio

1 Lug 2021 15:33 - di Redazione
Francia

La Francia ha approvato la legge che consente l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) per tutte le donne, anche single o coppie lesbiche. Promessa dall’allora presidente socialista Francois Hollande, la legge vede ora la luce sotto la presidenza di Emmanuel Macron “dopo nove anni di gestazione e un parto nel dolore”, commenta l’associazione Inter-Lgbt, citata dai media francesi.

I figli a 18 anni potranno conoscere l’identità del donatore dello sperma

La nuova legge contiene anche un’altra novità, la possibilità per i figli maggiori di diciotto anni di conoscere l’identità di chi ha donato lo sperma o gli ovociti. In questo caso non verrà comunque legalmente riconosciuto nessun legame di filiazione con il donatore.

Fino ad oggi limitate alle coppie eterosessuali con problemi di fertilità, anche solo conviventi, le Pma sono ormai una realtà importante in Francia: nel 2018, riporta Le Monde, rappresentavano il 3,4% delle nascite. La nuova legge apre questa possibilità a tutte le donne, ma mantiene una serie di paletti, come l’età massima di 43 anni e un percorso che passa attraverso diversi colloqui con i medici e un periodo di riflessione di uno o due mesi a seconda delle tecniche da adottare.

Almeno 2400 persone all’anno sceglievano la Pma in Belgio o in Spagna

Finora le donne single o le coppie lesbiche andavano in Belgio o in Spagna per la Pma, un percorso scelto da almeno 2400 persone l’anno, secondo un’inchiesta pubblicata nel 2020 dal quotidiano cattolico la Croix. Ora sarà possibile farlo in Francia in seno alla sanità pubblica.

Per quanto riguarda le coppie lesbiche, sarà necessaria una dichiarazione delle due donne davanti al notaio durante le gravidanza perché entrambe vengano riconosciute come ‘mamme’ del nascituro. Attualmente, dopo l’adozione del ‘matrimonio per tutti’ nel 2013, la compagna della donna che ha partorito può far richiesta di adozione del bambino. Ma si tratta di un percorso giuridico lungo che non sempre arriva a buon fine.

La Chiesa di Francia chiede una moratoria per riflettere

La nuova Pma – sottolinea Matteo Ghisalberti  su La Verità- presenta una serie di criticità dal punto di vista etico, implicitamente riconosciute anche dal legislatore. A cominciare dal divieto di creare dei «legami di filiazione» visto che i donatori non avranno mai l’obbligo di riconoscere i propri figli ma i figli possono conoscere il padre biologico.

“Il voto dell’Assemblea nazionale – scrive ancora La Verità – non ha suscitato troppe reazioni, nemmeno tra i partiti conservatori. Solo la Chiesa cattolica d’Oltralpe ha fatto sentire la propria voce. Senza giri di parole il responsabile del gruppo di bioetica della Conferenza episcopale francese – monsignor Pierre d’Ornellas, arcivescovo di Rennes – ha parlato di un «fallimento che ferisce la nostra democrazia». Il presule ha anche auspicato una moratoria sulla nuova Pma, per avere il tempo di «riflettere collettivamente» in modo da arrivare ad «un pensiero comune sulla dignità umana, inseparabile dalla fraternità, che ci lega gli uni agli altri, perché sappiamo tutti che il più piccolo come il più grande, il più fragile come il più forte, hanno la stessa dignità per il fatto stesso che sono esseri umani». Per ora l’appello lanciato dai vescovi di Francia è rimasto inascoltato.

 

 

 

 

 

 

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