I magistrati newyorkesi cercano di incastrare Trump incriminando il suo direttore finanziario
Donald Trump e la sua Trump Organization tornano di nuovo sotto attacco dei magistrati newyorkesi che, da tempo, cercano ogni modo per perseguire il tycoon.
Stavolta è un grand jury di Manhattan a tentare il colpaccio. E, per questo, ha deciso l’incriminazione della Trump Organization e del suo direttore finanziario, Allen Weisselberg, per reati fiscali relativi al mancato pagamento delle tasse per i benefit dei manager della società.
È la Washington Post, il quotidiano che da anni ha preso di mira Trump, a svelare il nuovo capitolo della saga, citando due fonti informate secondo le quali le incriminazioni, decise già ieri, verranno formalizzate oggi pomeriggio.
Sempre secondo queste fonti della Washington Post, Weisselberg si dovrebbe consegnare oggi nell’ufficio del procuratore distrettuale Cyrus Vance Jr. e dovrebbe, poi, comparire di fronte al giudice che comunicherà i capi di imputazione per lui e per la Trump Organization.
Da anni i procuratori newyorkesi conducono una guerra senza quartiere contro l’impero dell’ex-presidente degli Stati Uniti cercando di trovare qualche magagna e di coglierlo in castagna. Ma, finora, hanno fatto cilecca.
In un’intervista a Fox News, Trump è tornato a definire queste inchieste, come quelle di impeachment, “tutte una cosa senza senso”.
“I procuratori estremisti di New York sono contro di me, dobbiamo combattere”, ha esortato l’ex-presidente Usa.
Per il momento non si prevede che Trump possa essere interessato direttamente da queste incriminazioni, ma le fonti della Washington Post sottolineano che la mossa dei procuratori newyorkesi nei confronti di Weisselberg, che lavora al fianco del tycoon dagli anni ottanta ed è la figura più importante della società non legata alla famiglia, costituisca una significativa escalation dei potenziali problemi legali dell’ex-presidente.
I procuratori newyorkesi stanno adottando uno schema tipico di queste inchieste e sperano che il direttore finanziario collabori, e, in cambio di una riduzione di pena, accetti di testimoniare nell’inchiesta sulla presunta evasione fiscale di Trump.
La stessa inchiesta di Vance è stata avviata nel 2018 sulla base delle dichiarazioni dell’ex-avvocato personale e ‘mastino’ di Trump, Michael Cohen, trasformatosi, poi, grazie alle pressioni dei magistrati, in suo grande accusatore dopo essere stato incriminato per aver pagato il silenzio della porno star Stormy Daniels sulla sua relazione con Trump.
L‘inchiesta si è poi allargata su altre questioni e transazioni finanziarie della Trump Organization ed è andata avanti, nonostante Trump per ben due volte si sia appellato alla Corte Suprema sostenendo che come presidente non poteva essere indagato da un procuratore statale.
Finora Trump e la sua società non hanno mai affrontato incriminazioni penali, anche se in passato sono stati al centro di diverse cause civili, come quelle contro la Trump University, accusata di aver frodato gli studenti, chiusa da Trump nel 2016 con un accordo da 25 milioni di dollari.