Feltri e il sì a Giorgia Meloni: a chiunque altro avrei detto no. Vorrei una Milano che funzioni meglio

6 Lug 2021 8:52 - di Redazione
Feltri Meloni

Vittorio Feltri spiega all’AdnKronos il suo sì a Giorgia Meloni. “Conosco Giorgia Meloni da molto tempo, vado d’accordo con lei, non sono appassionato particolarmente di politica ma quando mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi, ho detto di sì. Se me lo avesse chiesto qualsiasi altro, non avrei accettato“.

Del direttore editoriale di Libero si era parlato anche come possibile candidato  sindaco per Milano ma Feltri, pur dicendosi lusingato, aveva declinato l’offerta. Ora ha detto sì a Fratelli d’Italia e si tratta indubbiamente di un grosso risultato per Giorgia Meloni. Lo ha sottolineato anche Bruno Vespa commentando l’annuncio della candidatura come capolista di Feltri a Milano. “Ha fatto un colpo gigantesco a Milano con Vittorio Feltri capolista. Si era parlato di Feltri come possibile sindaco, ma lui ha detto che si guadagna troppo poco. Avere Feltri nella squadra è un bene per tutto il centrodestra, ma è stato – sottolinea Vespa – un colpo importante per la Meloni”.

Feltri guiderà la lista di Fdi alle prossime elezioni amministrative. “Ho deciso nello spazio di un giorno -rivela – Anche perché, quando si era fatto il mio nome come sindaco, avevo subito detto di no. Ma come consigliere lo posso fare, non la trovo una cosa così devastante per la mia vita -scherza- Aggiungo un’occupazione ad un’occupazione che ho già. Continuerò a fare il direttore editoriale di Libero, perché il consigliere non è che sta lì tutto il giorno. Non è un lavoro, è una collaborazione”, spiega.

E sugli obiettivi che si propone da consigliere, Feltri ha le idee chiare: “Io avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un’immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo”.

Per il resto, “Milano è una città che funziona, si tratta di farla funzionare meglio. Mi auguro di poter dare il mio contributo se non riuscirò pazienza”. Sarà una città accogliente? “Deve essere accogliente, lo è sempre stata e continuerà ad esserlo ancora di più. Naturalmente, offrendo a chi viene a Milano delle opportunità più allettanti. Questo si può fare”.

“Naturalmente -puntualizza Feltri- non potranno venire da me le decisioni, ma le proposte sì”. E su come si orienterà una volta insediato, il direttore editoriale di Libero spiega di voler adottare la politica dei piccoli passi: “Quando sarò lì, cercherò di capire come funziona la baracca, perché non sono pratico -dice- Io non capisco niente, ma di solito sono uno che intuisce quasi tutto”.

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