Discoteche, imprenditori in piazza per l’apertura. Cecchetto: «Si balla ovunque, ma accusano loro»

8 Lug 2021 13:55 - di Luciana Delli Colli
discoteche

Dopo l’ennesima fumata nera sulla riapertura, arrivata ieri sera dal governo, i gestori delle discoteche hanno deciso di manifestare a Roma per far sentire la propria voce. La protesta, convocata a piazza San Silvestro dalle 18 alle 20, sarà «pacifica, ma decisa e rumorosa», hanno fatto sapere i promotori, che si aspettano che oggi l’argomento sia discusso in Consiglio dei ministri. «Quotidianamente – hanno ricordato i sindacati – assistiamo ad assembramenti, spesso danzanti, di ogni tipologia e in ogni luogo: in piazza, in spiaggia, nei lounge bar, nelle feste private illegali, nei sempre più numerosi rave party. Insomma, si balla ovunque e senza regole, meno che nei luoghi dove potrebbero esserci controllo e sicurezza: le discoteche!».

Cecchetto: «Inutile vietare l’apertura delle discoteche»

Anche Claudio Cecchetto, interpellato dall’agenzia di stampa Adnkronos, ha ricordato che «i locali conosciuti come “discoteche” puoi anche non aprirli, ma i luoghi dove si può ballare sono aperti, per fortuna per chi vuole ballare e per sfortuna dei gestori». «O fai un divieto di ballo, il che è impossibile e assurdo, perché chi balla, se vuole, lo fa, oppure – ha proseguito il decano dei dj italiani – vietare l’apertura delle discoteche è inutile». Per Cecchetto, quindi, «bisogna fidarsi dei gestori». «Credo che sappiano essere molto attenti. Ma ormai è uno sport nazionale quello di dare sempre la responsabilità alle discoteche per qualsiasi cosa. È una cosa – ha concluso – che succedeva anche quando ho iniziato, molti anni fa, a fare il dj».

«Ci tengono chiusi, ma ci hanno dato solo l’1,7% del fatturato»

A dare voce alla rabbia degli imprenditori è stato poi il gestore di alcuni celebri locali come il “Muretto” di Jesolo e il “Musica” di Riccione, Tito Pinton. «Sono costretto ad aprire prima o poi, diversamente mi cascherà il mondo addosso. Oppure mi devono dare i tanti soldi che ho perso finora per stare in piedi», ha spiegato, chiarendo che anche senza via libera «entro il 14 luglio sono pronto ad aprire». «Insomma – ha aggiunto Pinton – il 14 per me è la deadline per salvare il salvabile. Soltanto nel mese di giugno abbiamo perso almeno 1,5 milioni di euro». «Abbiamo dimostrato sul campo e non a parole – ha sottolineato l’imprenditore – di gestire il flusso di persone e il sistema del green pass». Se «continueranno a farci stare chiusi, ci devono riconoscere tutto quello che perdiamo. Finora – ha chiarito – ci hanno riconosciuto il 1,7% del fatturato perso».

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