Palamara-Ielo, c’eravamo tanto a(r)mati. L’ex-pm si scusa e l’altro ritira la querela
Non si sono mai amati, o forse sì ma non lo sapevano, Luca Palamara e Paolo Ielo, una volta colleghi, ufficialmente amici, il primo al secondo piano, l’altro al primo dell’ex-porto delle nebbie, fino a quando le intercettazioni delle chiacchiere di Palamara, arricchite dal libro-intervista scritto a quattro mani con l’allora direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, non sono state squadernate su giornali e Social mettendo in piazza gli attriti, le antipatie, le lotte intestine nella magistratura romana per acchiappare un brandello di potere. E lì sono venuti fuori i veri rapporti, le frasi e le parole urticanti. Che, una volta rese pubbliche, anche attraverso il libro, hanno ovviamente formalizzato ufficialmente l’avversione dando la stura alla guerra covata, fino a quel momento, sotto la cenere.
Morale: Ielo ha querelato Palamara. Diciamo che si è messo in fila perché la coda di chi ha querelato Palamara è lunga almeno quanto quella di chi, a Roma, aspettava, un tempo, il mitico 64 barrato che non arrivava mai. Chilometrica.
Oggi, per la cronaca, è scoppiata la pace, fra i due. Possibile?
Sì, Palamara ha chiesto pubblicamente scusa a Ielo per quelle parole che dovevano restare riservate o che non dovevano essere dette pubblicamente e che, invece, sono finite su tutti i giornali. E Ielo ha revocato la costituzione di parte civile nei soli confronti di Palamara.
L’ex-segretario dell’Anm che ha scoperchiato l’andazzo nella magistratura, prima inconsapevolmente, perché intercettato dalla Procura di Perugia, poi nel suo libro-intervista, ha reso questa mattina dichiarazioni spontanee nel corso dell’udienza preliminare nel procedimento di Perugia che lo vede imputato insieme all’ex-pm di Roma Stefano Rocco Fava.
E ha riconosciuto la correttezza professionale e il valore della nomina del procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, parte civile nel procedimento.
Ielo, a quel punto, ha revocato la costituzione di parte civile. Ma, appunto, nei soli confronti di Palamara.
La pax è stata poi suggellata da un documento ufficiale.
“Palamara come già dichiarato in sede di interrogatorio a Padova non ha mai voluto mettere in discussione la professionalità di Paolo Ielo che da sempre stima come magistrato capace e di alta professionalità anche con riferimento alla vicenda Consip“.
La vicenda è quella, come detto, del libro ‘Il Sistema’ e, in particolare, le pagine che raccontano della nomina di Ielo a procuratore aggiunto a Roma.
“Riguardo all’incontro avvenuto a piazzale Clodio, nessuna richiesta è pervenuta da Ielo, al contrario Palamara in quella circostanza ha fatto riferimento alla possibilità che Ielo concorresse come procuratore aggiunto per la procura di Firenze con un invito a meglio sviluppare la propria carriera al di fuori di Roma. Consiglio dettato dalla necessità, per Palamara, di tener presente le logiche di corrente cui Ielo era estraneo e non dalla messa in discussione dei titoli indiscutibilmente vantati da quest’ultimo, tanto è vero che al Csm si è speso nel suo gruppo di appartenenza per la sua nomina“, assicura ora Palamara nella dichiarazione sottoscritta con la quale fa retromarcia rispetto ai racconti fatti nel libro.
“Anche per quanto riguarda la cena, che nei ricordi di Palamara, è avvenuta prima della nomina di Ielo si intende precisare che il racconto descritto nel libro è riferito al rapporto intercorrente tra Palamara e Pignatone con il quale in plurime occasioni era stato affrontato il tema degli aggiunti a Roma e della migliore organizzazione dell’ufficio. In questi casi non era presente Ielo“, precisa Palamara. Ma Pignatone sì.
Inoltre in relazione al procedimento penale che vede imputato Palamara di rivelazione del segreto d’ufficio “dopo attenta lettura degli atti del procedimento – viene riportato nel documento depositato da Palamara – precisa di essere stato male informato in relazione alla doverosa trasmissione degli atti da parte di Ielo nella sua qualità di procuratore aggiunto alla procura di Perugia nonché in merito alla gestione del fascicolo di indagine da parte del medesimo procuratore aggiunto e alla precedente astensione di Ielo e alla corretta cronologia degli incarichi ricevuti dall’avvocato Ielo“. Il fratello, avvocato, di Paolo Ielo che aveva ricevuto incarichi di consulenza legale dall’Eni.
“Tali circostanze unitamente allo stress emozionale – si giustifica l’ex-consigliere Csm nel documento – della sottoposizione a procedimento penale presso la procura di Perugia hanno portato Palamara ad esprimere sul conto di Ielo espressioni verbali profondamente sbagliate e che peraltro stridono con la correttezza dei rapporti che all’interno della procura di Roma ha da sempre caratterizzato le relazioni tra i due“.
Dopo queste belle e spontanee parole, Palamara si è impegnato a introdurre queste precisazioni nella prossima edizione del libro ‘Il Sistema’.
La cosa deve essere piaciuta particolarmente a Ielo che, infatti, non solo ha revocato la costituzione di parte civile ma ha anche annunciato di essere intenzionato a rimettere la querela presentata per diffamazione nei mesi scorsi a Padova proprio in relazione ad alcuni passaggi riportati nel libro. Insomma la faccenda è finita a tarallucci e vino.