Palamara denuncia le 1000 nomine fatte con il manuale Cencelli dal 2014 al 2018

9 Giu 2021 11:21 - di Paolo Lami
palamara sorteggio csm

Ospite di ‘Omnibus’, la trasmissione de La7, l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara tira in ballo il capo dello Stato, Sergio Mattarella sulle 1.000 nomine dei magistrati fatte, manuale Cencelli alla mano, dal 2014 al 2018.

“Ci sono situazioni nelle quali prevalgono, come nel mondo della politica lo chiamano manuali Cencelli, da noi presuppone una spartizione e un accordo tra i gruppi associativi“, esordisce l’ex-presidente dell’Anm, il sindacato delle toghe diviso in correnti politiche.

La mia consiliatura, dal 2014 al 2018 – ha aggiunto – ha fatto 1000 nomine. Ora, che l’attività di quel Csm, che è stata lodata dall’attuale presidente della Repubblica, venga messa in discussione, io penso sia necessario fare una verifica di tutto quello che si sta dicendo per vedere se sono state fatte delle pressioni o meno. Io con certezza posso dire che di tutte le nomine che sono state fatte, tutte le nomine presupponevano una cosiddetta disciplina di gruppo. Erano i gruppi interni che discutevano e parlavano”.

Come normalmente avviene – ha concluso Palamara -, prima di una votazione, si discute col politico perché è rappresentante della componente laica, ma la decisione è nel mondo della magistratura, perché se non si formano le maggioranze non si riesce a votare”.

Palamara parla poi, nel corso della trasmissione de La7, dell’arresto dell’avvocato Piero Amara avvenuto ieri nell’ambito dell’inchiesta sull’ex-Ilva perché è spuntato anche lì il suo nome. Ma si dice certo che non sarà coinvolto.

“Assolutamente no, non rischio di entrare in questa vicenda”, assicura l’ex-magistrato romano.

“Oggi – ha spiegato Palamara – stupisce che alcuni organi di stampa abbiano travisato un mio messaggio, dove il riferimento non è in alcun modo a Capristo. Un messaggio del 2017. Ma c’è un commento che io faccio sul procuratore di Matera, Argentino, con un altro consigliere del Csm, Cananzi, il quale lui parla di Capristo“.

Tra l’altro, aggiunge Palamara, “la nomina di Capristo è un anno prima rispetto a questo messaggio. Non c’entra nulla con la conversazione che io ho in atto dove il consigliere Cananzi fa riferimento a Capristo“.

Capristo, ricorda Palamara, “era un magistrato aderente aderente alla mia corrente, UniCost, quindi da me conosciuto in maniera totalmente autonoma rispetto alle persone di cui stiamo parlando oggi. E sulle nomine che riguardano la procura di Taranto, io in quell’occasione, siccome ero impegnato su altri versanti, non mi occupai volutamente“.

Ma, aggiunge Palamara, “mi occupai di quando Capristo gareggiò per diventare Procuratore generale della Corte d’appello di Bari, nel 2015. In quell’occasione sì, autonomamente come rappresentante della mia corrente, sostenemmo la sua candidatura“, ammette l’ex-presidente dell’Anm.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *