Operazione del Ros contro i gruppi “Ordine Ario Romano” su Facebook e VKontakte

7 Giu 2021 13:48 - di Paolo Lami

Avrebbero progettato addirittura un attacco a una struttura della Nato alcuni dei 12 indagati del gruppo denominato “Ordine Ario Romano”, perquisiti dal Ros, il Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma che, su delega della Procura di Roma, ha notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Dalle indagini, portate avanti dal 2019 ad oggi, sarebbe emersa un’attività di pianificazione, ancora in uno stato embrionale – sottolineano gli stessi investigatori – di una specifica azione ai danni di una struttura della Nato per mezzo di ordigni esplosivi artigianali confezionati attraverso istruzioni reperite sul web e con la collaborazione di alcuni militanti appartenenti a omologhi sodalizi stranieri, attivi in Portogallo., in particolare con i militanti di “Nova Ordem Social.

Gli indagati sono accusati dai magistrati romani di aver pubblicato sui Social network, in particolare su due gruppi Facebook, su un gruppo Vk, la piattaforma Social russa VKontakte, denominati “Ordine Ario Romano”, e su una chat Whatsapp denominata “Judenfreie Liga (O.A.R.)”, post, video e immagini che gli inquirenti ritengono esprimere opinioni razziste e discriminatorie, di ispirazione nazionalsocialista, antisemita e negazionista.

Ma fra i gruppi su Facebook e quello su Vk, sembrerebbero non esserci collegamenti. E, addirittura, vi sarebbero attriti.

La pagina del gruppo Vk, che è tuttora visibile sul Social network russo, infatti e che, al momento, conta 17 iscritti, mette in guardia e invita i propri membri a “non prendere parte ai gruppi su Facebook indebitamente denominati  “Ordine Ario Romano”, in quanto gestiti da soggetti estranei alla nostra organizzazione per finalità deleterie”.

”Il presente – scrivono gli animatori della pagina  “Ordine Ario Romano” su Vk prendendo le distanze dall’omonimo gruppo Facebook – è da intendersi come l’unico e vero gruppo di Ordine Ario Romano”.

Sembra di capire, insomma, che i due gruppi non siano associabili e addirittura siano in contrasto. Peraltro la pagina su VKontakte è tuttora

I 12 indagati, accusati dai magistrati di piazzale Clodio di reati come l’associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa, hanno un’età che varia dai 26 ai 62 anni e sono residenti in varie regioni italiane: 6 nel Lazio, di cui 4 tra Roma e provincia, uno a Latina e uno a Frosinone, tre in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e uno in Lombardia.

Fra gli indagati c’è anche Francesca Rizzi, la donna che avrebbe vinto nel 2019 il concorso per ‘Miss Hitler’ sul social network russo VKontate. E che, nel novembre 2019 era già stata indagata per l’inchiesta sul nuovo “Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori“, che aveva portato a 19 perquisizioni.

Dunque sembra di capire che l’indagine sia sempre la stessa, quella appunto avviata nel novembre 2019.

“I militanti – scrive il gip nell’ordinanza con la quale ha disposto la misura di obbligo di presentazione per 12 persone indagate – sono accumunati da un’univoca concezione politica e culturale infarcita di lsentimenti suprematisti e di disprezzo”.

Nel provvedimento sugli appartenenti a ‘Ordine Ario Romano’, si fa riferimento a un programma “di illecita propaganda” e “un armamento ideologico tipico della propaganda nazional socialista”.

Le indagini avviate nel novembre 2019 si collocano in una più ampia strategia di contrasto ai fenomeni estremistici a vocazione suprematista che la Procura della Repubblica di Roma sta svolgendo nel distretto giudiziario avvalendosi del RosReparto Anticrimine della Capitale.

Al momento non è chiaro il motivo per cui, di fronte ad ipotesi di reato e associative così gravi non sia stata oscurata la pagina “Ordine Ario Romano” su Vk .

Secondo gli investigatori, inoltre, sarebbero anche emersi contatti fra alcuni degli indagati e il professor Marco Gervasoni, ordinario di Storia contemporanea dell’Università degli studi del Molise ed editorialista del Giornale che certo non può essere definito antisemita o antisraeliano.

Gervasoni era stato perquisito nelle scorse settimane sempre dal Ros nell’ambito dell’indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’accusa che il docente aveva respinto con fermezza.

Così come ora cade letteralmente dalle nuvole rispetto ai presunti contatti che qualcuno dei nuovi indagati dell’inchiesta sull’“Ordine Ario Romano”  avrebbe avuto con lui.

“Chi sarebbero questi?”, chiede il docente che non ha la minima idea di cosa si stia parlando.

“Io su VKontakt sono stato due mesi nel 2019, nel senso che mi sono iscritto. Scrivevo dei post che, poi, in realtà, erano gli stessi post che scrivevo su Facebook e che, semplicemente, lì replicavo. Poi non ho più scritto perche non mi piaceva l’ambiente. Non mi sono staccato da VKontakt. Ma non alcun rapporto con questi, non so neanche chi siano”.

“Se contatti con me vuol dire che mi seguivano su Facebook e/o su VKontakt siamo alla follia. Cioè io come faccio a sapere preventivamente? Peraltro molti sono anonimi su queste piattaforme. Prima di accettare l’amicizia devo controllare chi è?”, si chiede il docente.

”Peraltro – aggiunge il professore di Storia contemporanea – chi mi segue sa che sono piuttosto filoisraeliano. Nè sono antisemita”.

“L’unico avviso di garanzia che ho ricevuto – ricorda Gervasoni – è per vilipendio al presidente della Repubblica su Twitter. Altre cose sono di pura invenzione. Dopodiché i magistrati faranno le loro indagini, tanto non troveranno nulla, su di me, perlomeno, perché io non ho alcun rapporto con questi, non so neanche chi siano. Oltre al fatto di non conoscere neanche quegli altri 10  che erano stati indagati con me, tranne la Totolo.(Francesca Totolo, giornalista, ndr), che ho visto due volte in vita mia”.

“Io ho l’impressione – aggiunge il docente – che attraverso questo si voglia poi cercare altro. Siccome farebbe ridere perseguire uno perché scrive alcune critiche su Twitter al presidente della Repubblica, si vuole dimostrare che non è solo critica al capo dello stato ma è, anche, una specie di semiterrorista. Come se poi questo “quasi-terrorista” si facesse scoprire scrivendo su Twitter. Di solito i terroristi operano nel silenzio se vogliono portare avanti la loro azione. Sarei anche un terrorista un po’ c……”, ragiona ironico Gervasoni.

“Comunque – conclude il professore dell’Universita del Molise tirato in ballo nella nuova indagine ma non indagato – non ho subito nessuna nuova perquisizione”.

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