Lo scrittore Maggiani: voi di sinistra, giù le mani da Bella ciao. Siete come i vampiri, succhiate la vita…

8 Giu 2021 11:57 - di Adele Sirocchi

Lo scrittore Maurizio Maggiani non vuole che Bella ciao diventi un inno istituzionale. E’ una voce che, dalla sinistra non partitica, si leva contro quella parlamentarizzata che vuole fare di Bella ciao la propria canzone di bandiera, con pari dignità dell’inno nazionale. Maggiani, autore del pluripremiato romanzo “Il coraggio del pettirosso“, su Repubblica si oppone a questo progetto, dietro il quale – lo dice senza mezzi termini – c’è puzza di putrefazione.

Bella ciao, l’accusa alla sinistra di Maurizio Maggiani

E già perché la sinistra svuota ogni cosa della sua sostanza, condannandola alla morte. Siete come vampiri, è l’accusa che lo scrittore rivolge ai vari “onorevoli Fragomeli, Verini, Boldrini e Fiano, Stumpo, Anzaldi e Sarli“. A quelli, insomma, che su Bella ciao hanno costruito una bella e propagandistica proposta di legge. Ma quel canto, ricorda Maggiani, è un canto libero liberamente scelto. Se lo si impone dall’alto, non ha più senso. E la sinistra, le cui piazze sono vuote da anni, vorrebbe ora anche spegnere quelle note che sono l’unica cosa che ancora vive da quelle parti.

Maggiani: tutto ciò che la sinistra tocca viene svuotato, fanno il lavoro del vampiro

Cosa volete fare di Bella ciao? Tuona Maggiani. Volete dissanguarla, ucciderla, essiccarla. Volete fare – continua – “quello che la sinistra, quell’ineffabile, fantasmatico resto mortale che voi egregiamente rappresentate dagli alti scanni della Repubblica, ha fatto di tutto ciò che ha toccato e avocato a sé di espressione di popolo, di valore fondante, di liberazione; gli avete succhiato la sostanza, lo avete svuotato e diseccato. Se posso permettermi, il vostro è il lavoro del vampiro, dissanguatori di ideali, di memorie, di nobiltà. Esangui imbelli al cospetto della storia e delle battaglie che impone, questo potere vi è rimasto intatto, tutto quello che toccate si dissolve in noncurante rito, in vuoto ablare”. Una prosa adamantina che inchioda la sinistra, “fantasmatico resto mortale”, alle sue responsabilità storiche.

Bella ciao non è una canzone comunista e nemmeno granché partigiana

E no, continua Maggiani, Bella ciao non è adatta a diventare un inno. Perché – finalmente qualcuno che lo ricorda! – non è una canzone comunista, e neanche troppo partigiana.  Bella ciao – scrive Maggiani – “non è nemmeno comunista, come biascicano gli analfabeti; in effetti non è nemmeno un granché partigiana, i partigiani, gli uomini e le donne combattenti, nella battaglia avevano bisogno di cantare qualcosa di più forte, non amavano pensare di farsi seppellire sotto un bel fior, ma, nell’infausto caso, di promettere dura vendetta sarà del partigian”.

E allora, conclude Maggiani, lasciate stare Bella ciao. Cari di sinistra – esorta – “non lordate dunque le vostre mani del sangue innocente di Bella ciao“.

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