Francia, quattro mesi di carcere all’uomo che schiaffeggiò Macron. Lui: «Ho agito d’istinto»

10 Giu 2021 18:47 - di Redazione
Macron

Costerà molto caro a Damien Tarel lo schiaffo rifilato al presidente francese Emmanuel Macron. Il 28enne, infatti, dovrà restare in carcere per quattro mesi dopo che oggi un tribunale lo ha dichiarato colpevole in un processo per direttissima. Complessivamente, riferiscono i media francesi, il verdetto fissa a 18 i mesi di reclusione a carico di Tarel. Quattro da scontare in cella mentre i restanti 14 sono con la condizionale. Significa che non li sconterà se in un lasso di tempo lo schiaffeggiatore di Macron non commetterà reati. In tal caso, alla pena che gli venisse irrogata si aggiungerebbero anche l’anno e due mesi comminatigli dall’odierna sentenza.

Damien Tarel interdetto per sempre dai pubblici uffici

Ma pesante sarà anche il percorso che Tarel dovrà affrontare una volta uscito dal carcere. Il 28enne sarà infatti in libertà vigilata per due anni durante i quali avrà l’obbligo di lavorare o seguire un corso di formazione. In più dovrà ricevere cure psicologiche e non potrà commettere alcuna infrazione. Inoltre, non potrà possedere armi per cinque anni, sarà privato di diritti civici per i prossimi tre anni e interdetto per sempre da ogni funzione pubblica. Si tratta, come si vede, di sanzioni molto pesanti, quasi esemplari. È evidente che non c’è solo la volontà di applicare rigorosamente la legge, ma anche di scoraggiare eventuali emulatori.

Macron sempre più contestato

La Francia di Macron, com’è noto, è da tempo attraversata da forti tensioni sociali. La rabbia dei gilets jaunes (i gilet gialli) ha devastato per settimane Parigi. Solo l’irruzione della pandemia ha bloccato gli appuntamenti che vedevano ogni sabato la Capitale messa a ferro e a fuoco da persone, gruppi e categorie che imputavano direttamente a Macron una gestione della crisi finanziaria troppo punitiva per i ceti socialmente più esposti. La preoccupazione che Tarel possa essere l’inizio di una nuova insorgenza preoccupa non poco i francesi. Lo stesso imputato ha ammesso di essere vicino a quel movimento, sebbene, abbia aggiunto, «contro il presidente ho agito d’istinto».

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