Droga, si dimette il leghista relatore della legge sulla cannabis: «Qualcuno vuole accelerare»

30 Giu 2021 20:35 - di Redazione
Cannabis

Il leghista Jacopo Morronerelatore in commissione Giustizia della Camera del testo di legge sulla cannabis, si è dimesso dall’incarico. Non ancora del tutto chiari i motivi sottesi a tale decisione. Il parlamentare l’ha presentata come «l’unica scelta responsabile» per poi aggiungere che «la nostra posizione non cambia». La Lega resta quindi attestata sulla posizione di sempre. «Siamo contro ogni droga che non sia per uso strettamente terapeutico sotto controllo medico», ha ribadito lo stesso Morrone. All’Adnkronos, che lo aveva interpellato in merito, il parlamentare del Carroccio ha spiegato che si tratta di «una decisione meditata». E da correlare ad altri impegni politici cui la Lega annette grande importanza.

Jacopo Morrone: «Sulla cannabis daremo battaglia»

In realtà, qualche motivo politico a base delle dimissioni c’è. Come ha avuto modo di sottolineare lo stesso Morrone, lui aveva chiesto «più tempo per l’elaborazione del testo base sulla cannabis», compito – ha puntualizzato – «assolutamente impegnativo e tutt’altro che facile». Una richiesta, la sua, che nasceva dalla necessità di contribuire fattivamente al referendum sulla giustizia lanciato dai Radicali e sostenuto, per prima, dalla Lega. «Tra la preparazione dei quesiti referendari, di cui sono uno dei presentatori, il lancio e l’organizzazione della campagna per la raccolta firme – ha ricordato – è stato un susseguirsi di impegni che tuttora continua senza sosta».

Al suo posto il grillino Perantoni

La sua richiesta è però caduta nel vuoto. Da qui le dimissioni con frecciatina polemica. «Mi sembra che sulla cannabis si voglia premere sull’acceleratore». A relazionare ora sul ddl in commissione sarà ora il presidente Mario Perantoni, del M5S. A lui, Morrone rivolge un sincero augurio di «buon lavoro». Ma anche in questo caso, con annessa puntura di spillo. «Gli ho fatto gli auguri, ricordandogli tuttavia che le mie dimissioni non significano un abbassamento della guardia. Il nostro no a ipotesi di aggravare quella che consideriamo una vera e propria emergenza – ha concluso Morrone -, è convinto».

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