Nel libro non ci sono le “quote nere”: negli Usa l’editore rifiuta di pubblicare un testo di storia
L’editoria “inclusiva” non disdegna la censura. Ne ha fatto le spese il divulgatore Richard Cohen che ha lavorato quasi dieci anni al suo libro The History Makers. 750 pagine per parlare di chi racconta la storia. L’editore però lo ha ritenuto troppo eurocentrico: in altre parole non c’era abbastanza storici neri.
Così Cohen lo ha riscritto, ma niente da fare: negli Stati Uniti il libro non uscirà. Dovrebbe uscire, invece, nel Regno Unito. La notizia si trova su The Guardian.In pratica ora per la pubblicazione di un libro serve il bollino del politicamente corretto. Il contratto di Cohen con la Random House in America – scrive The Guardian – è stato firmato alcuni anni fa. Tuttavia, dopo aver cercato i cambiamenti nella storia e negli storici dei neri, mercoledì scorso l’editore ha drammaticamente ritirato l’accordo. La moglie di Cohen, la principale agente letteraria statunitense Kathy Robbins, è alla ricerca urgente di un nuovo editore negli Stati Uniti.
The History Makers copre oltre 2.500 anni, spazia da Tucidide e Tacito fino a Shakespeare, Gibbon e Voltaire, prima di terminare con storici della TV, come Simon Schama e David Starkey. Cohen, dinanzi alle critiche sulla mancanza di storici neri, ha notevolmente ampliato il suo capitolo sulla guerra civile americana, inclusa la storia di Frederick Douglass, l’uomo schiavo fuggito che in seguito scrisse cinque volumi di memorie storiche.
Ha un capitolo completamente nuovo, Who Tells Our Story, in gran parte sui neri negli Stati Uniti negli ultimi due secoli. Ha aggiunto Leone Africano, un berbero del XVI secolo che scrisse le storie del Maghreb e della Valle del Nilo. Ma niente da fare: l’imposizione delle “quote nere” anche nei libri di storia non è stata rispettata a sufficienza. Dunque, contratto stracciato.