Marco Gervasoni: “Io zittito perché di destra”. Ecco i tweet “sovversivi” su Mattarella

13 Mag 2021 9:06 - di Gabriele Alberti
Mattarella Gervasoni

Mattarella e Marco Gervasoni,  vicenda inquietante. La storia del professore trattato come un pericoloso sovversivo preoccupa e  non poco. Indagato per vilipendio al presidente Mattarella a mezzo social su twitter solo per aver espresso critiche politiche contrarie ai mainstrem dilagante fa orrore. “La cosa curiosa è che il mio profilo è pubblico, e tutti possono andare a vedere cosa ho scritto: quindi non so perché ci sia stato bisogno di cercare altre prove scaricando tutti i miei materiali e portando via due pc”. Il professor Gervasoni, editorialista del Giornale e – guarda caso- vicino a FdI, come lui stesso afferma, e di idee sovraniste,  finisce nel tritacarne dei gendarmi del pensiero corretto. All’Adnkronos il professore ha rilasciato una lunga intervista.

Insulti a Mattarella? Gervasoni trattato come un Riina o uno jihadista

“I Carabinieri del Ros sono stati molto corretti, gentili e attenti. Ma è stata certo una sorpresa trovarmi gli uomini del reparto speciale, quelli che normalmente si occupano di Totò Riina e dei jihadisti, alla porta di casa… Io sono un professore universitario e la mia è stata solo legittima critica politica”. Si dice peraltro tranquillo: non troveranno nei miei dispositivi nessun contatto con ambienti eversivi e i tweet sono pubblici: quindi non vedo che elementi di novità possano emergere dalle indagini, se non a mio discarico”. La critica politica che diventa  vilipendio “vuol dire che siamo in regimi di altro tipo…. Fa effetto”. Già, dove sono tutti quelli che reclamano diritti e che si stacciano le vesti per la libertà di pensiero. Che strepitano contro la presunta censura a Fedez?

Gervasoni: “Io vicino a FdI e non un estremista”

“Da storico che lettura do di questa vicenda? Il primo dato di contesto è quello che ci troviamo di fronte a una grave crisi interna alla magistratura – sottolinea Gervasoni all’Adnkronos – una sorta di guerra civile. Un altro dato di contesto è che non è la prima volta che qualcuno viene indagato per vilipendio, è successo anche recentemente. Ma si sta alzando il tiro colpendo figure più note e collocate in una certa area politica. Tra l’altro, io non è che sono di estrema destra, sono vicino a Fdi, non ho nulla a che vedere con l’estremismo”. C’è un tentativo di “ zittire, impaurire, perché, com’è successo a me, può accadere ad altri. E quindi prima di scrivere qualcosa contro il Capo dello Stato la prossima volta ci si penserà due volte. Anche perché si tratta di un reato che comporta in teoria fino a 5 anni di carcere…”.

Poi c’è la questione politica: “Sui social possono istigare alla violenza contro Meloni, contro Salvini e non succede niente. E’ vero che non sono il capo dello Stato, ma nessun magistrato se ne occupa”. Gervasoni intravede una deriva liberticida “in Italia e in tutti i paesi occidentali” e “su vari versanti”, che adesso, aggiunge, “sta interessando anche media e social. Fino a poco tempo fa erano uno strumento di libertà individuale; e adesso sono censurati sia dai propri ‘editori’ sia dalla magistratura”.

I tweet “sovversivi” su Mattarella del professor Gervasoni

Ecco cosa digitava su Twitter Gervasoni il 26 maggio del 202o, ricostruisce Libero: «Forse Mattarella non si ricorda di essere presidente del Csm. Può capitare a una certa età di dimenticarsi le cose, è normale». Il 31 luglio del 2020 sempre su Twitter: «Mattarella non è il mio presidente (per l’ennesima volta)». Il 10 ottobre del 2020 Gervasoni affermava che Sergio Mattarella è il presidente che «tifa per il lockdown», commentando le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Repubblica in occasione dell’incontro con la pari ruolo greca. In particolare, Gervasoni si riferiva al passaggio in cui Mattarella invitava i cittadini ad un atteggiamento più responsabile: «se si vuole tenere aperta l’Italia». Il professore interpretava tali parole  come una sorta di di colpevolezza degli italiani. Mentre per lui le responsabilità eran o tutte di un esecutivo incapace di gestire la pandemia con controlli efficaci. Interpretare e giudicare è ancora un esercizio del libero pensiero? Dove si il vilipendio in questi tweet rientra nei mistelri gaudiosi. Eppure,  stando a quanto specificano i carabinieri del Ros, «appaiono frutto di una elaborata strategia di aggressione alle più importanti istituzioni del Paese».

La critica politica sta diventando un esercizio pericoloso

Andando a ritroso, il 4 dicembre del 2020 commentando le parole del Capo dello Stato sulle “restrizioni necessarie”  per “la salute del governo”, Gervasoni osservava su Twitter: «Mattarella teme per la salute del governo, possiamo fermarci qui. Il mio giudizio su uno dei peggiori presidenti della Repubblica già lo conoscete». Valutazione netta ma priva di connotati di vilipendio. Un giudizio in cui coinvolgeva il ruolo del Parlamento. Leggiamo ancora sulla ricostruzione di Libero i tweet incriminati:  «Il vero capo del regime sanitocratico è Mattarella, ma ancora qualcuno dell’opposizione si appella a lui. Ci sono o ci fanno?». In un articolo di inizio 2021 sul sito di Nicola Porro dal titolo: “È Mattarella la vera stampella di Conte”; Gervasoni scriveva: «È il presidente della Repubblica il vero garante del governo Conte (…) Mai si era visto un presidente della Repubblica che, come racconta Massimiliano Scafi sul Giornale, fornisce indicazioni precise e meticolose a Conte su come resistere all’assalto di Renzi (…). Si comporta alla stregua di un capo della maggioranza ancorché apparire un garante».

Di destra, conservatore, sovranista: i “peccati” del professore

Interrogarsi sul ruolo del Capo dello Stato sta diventando un esercizio pericoloso. «Poco male, anzi bene: siamo presidenzialisti dai nostri diciotto anni – scrisse Gervasoni in un altro intervento- . Solo non ci pare corretto che il presidenzialismo de facto sia applicato da figure elette non dai cittadini ma dai partiti. E ci piace ancora meno perché il presidenzialismo caché mette al riparo il capo dello Stato da critiche al suo operato: e infatti non c’è forza politica, dicasi una, che osi muovere un rilievo critico al Quirinale. Neanche ai tempi della monarchia era così». E’ tutto così paradossale. Di destra, conservatore, sovranista. Ce n’è abbastanza per irrompere in casa sua, perquisirgli casa e in qualche modo zittirlo? Tutti i giornalisti “non allineati” da ora in poi sono avvisati...

 

 

 

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