L’Università di Kamala Harris cancella i classici: «Suprematisti». Buttafuoco: «Li salveranno i russi “cattivi”»

4 Mag 2021 19:42 - di Luciana Delli Colli
classici suprematisti

La Howard University di Washington chiuderà il dipartimento di studi classici perché sono «suprematisti». L’ultimo delirio della cancel culture arriva da una delle più influenti istituzioni culturali afroamericane, l’ateneo frequentato, tra gli altri, anche dall’attuale vicepresidente Kamala Harris. Si tratta di una decisione che ha suscitato forte sconcerto negli stessi Usa, ma che nonostante ciò è stata assunta: i corsi saranno “ricollocati” in altri dipartimenti. «Ci salveranno i “cattivi”», ha commentato Pietrangelo Buttafuoco, ricordando che «tutto quello che sta succedendo in America è per mano della coppia più glamour che applaudiamo tutti: Joe Biden e Kamala Harris». Sono loro che hanno «imposto all’umanità questo “penitenziagite”».

Buttafuoco: «Se ne prenderanno cura i russi “cattivi”»

A fronte di questo «grido di penitenza, che ha trasformato l’ideologia sovversiva del progressismo in oratorio globale» e che emana dagli Usa, per Buttafuoco «fortunatamente tutto questo lascito e patrimonio culturale non andrà disperso. Dall’altra parte del mondo se ne prenderanno cura, lo faranno i “cattivi” che avranno il compito di custodia». «Ci penseranno i “cattivi” russi, i nostri progenitori indiani, i giapponesi, perfino i cinesi», ha aggiunto il giornalista e scrittore.

Cardini: «Non è solo colpa del politicamente corretto»

Insomma, il problema sembra essere tutto dell’Occidente, come spiega anche il professor Franco Cardini, per il quale però non basta prendersela con il politicamente corretto. «Il problema – ha sottolineato lo storico – è un altro: gli studi classici sono in una fase di decadenza, con un picco verso il basso notevole». Per Cardini comunque bisogna sottolineare «che il clima politico non è tale da permettere il sostegno, anche forzoso, agli studi classici. Anzi, l’opinione pubblica diffusa, propagandata dai media, è critica. Ma questo non vale per giapponesi, cinesi, indiani, dove gli studi classici continuano e anzi sono in forte crescita».

«Da noi 70 anni di colpi alla tradizione classica»

Da noi, invece, «sono ormai 70 anni che sia la politica, sia la cultura, a partire dalla scuola, hanno dato colpi tremendi alla tradizione classica. Oggi ne stiamo vedendo solo i risultati». «Mi sono laureato, in un clima, quello degli anni ’70, in cui tacciavano chi difendeva la tradizione classica di anti modernità e gli davano del fascista. Queste cose fatte e dette oggi pesano», ha ricordato lo storico, avvertendo che «se non correggiamo il trend, la sparizione di tutto il mondo classico è inevitabile. Ma bisogna centrarlo il problema e non gridare al complotto in atto contro gli autori del passato».

Veneziani: «La civiltà si suicida attraverso il grottesco»

Per Marcello Veneziani quello che sta accadendo «è il suicidio della civiltà attraverso il grottesco. Senza nemmeno la grande nobiltà di un vero e proprio suicidio». «Siamo di fronte a un gradino di estrema demenza collettiva, che – ha sottolineato il giornalista – pretende di piegare il grande passato con piccoli dogmi del presente. Una demenza che non capisce la differenza di epoca, di storia, di principi. È davvero una forma finale oltre la quale c’è soltanto la barbarie».

Classici suprematisti? «Un film che arriverà pure da noi»

«Gli Usa sono solo l’anteprima dell’Occidente, dell’Europa. Il film che loro stanno vedendo è solo proiettato qualche anno prima lì. Ma presto lo vedremo anche noi, anche se in realtà lo stiamo già facendo in forma un po’ più rallentata. In sostanza- ha concluso Veneziani – siamo americani in ritardo».

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