La Lucarelli stronca Fedez: «Improvvisamente è diventato paladino Lgbt». E gli rinfresca la memoria

3 Mag 2021 10:39 - di Adriana De Conto
Ferdez Selvaggia Lucarelli

La crociata di Fedez per il Ddl Zan contro l’omofobia fa ridere a rileggere cosa scriveva in tempi “non sospetti”. Anche Selvaggia Lucarelli  sui social si accorge di un certo brano del passato contenente alcune frasi agli antipodi della posizione sbandierata al Concertone del Primo maggio.  Quando il rapper milanese non aveva ancora ingaggiato battaglia contro la Lega, aveva infatti sbertucciato volgarmente il primo cantante che fece “outing”: Tiziano Ferro. L’esercizio della memoria non è il passatempo del rapper milanese.

Fedez, Lucarelli: “Improvvisamente paladino del mondo Lgbt”

La Lucarelli se ne ricorda e rinfresca la memoria via social: “Improvvisamente paladino del mondo Lgbt. Bene. Fedez però – scrive l’editorialista del Fatto – è anche quello che quando il primo cantante italiano famoso anche fuori dai confini nazionali ha fatto coraggiosamente coming out e nel 2010 – mica ora, con la strada più che spianata- nella canzone Tutto il contrario gli dedicò la strofa: ‘Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing, ora so che ha mangiato più wurstel che crauti. Si era presentato in modo strano con Cristicchi: ciao sono Cristiano non è che me lo ficchi?“. Un brano molto “elevato”… interessante a rileggerlo oggi. “Una “licenza poetica”, tipica di certo machismo rap, che farà sorridere qualcuno ma che certo, nel clima attuale, farebbe inorridire chi difende Fedez a spada tratta”, commenta la Lucarelli. Già, ci sono i laudatores dell’ultim’ora che non leggono, non si informano e fanno figuracce.

Fedez e i suoi brani omofobi

Bene ha fatto Selvaggia Lucarelli a ricordarsene, visto il seguito che ha. Così come ironizza contro quelle “mammolette” che si svegliano ora e scoprono l’ipocrisia della Rai:  “Oggi abbiamo scoperto che in Rai esiste il patronato politico, pazzesco – è il commento sarcastico -. Vorrei raccontarvi che succede da qualche decennio e che la politica (tutta, a destra e sinistra) non si limita a chiedere a un cantante di non fare politica su un palco. Ma decide amministratori, conduttori, contenuti e veti”. E “li decidono anche i partiti di quei politici che oggi twittano Bravo Fedez; con acrobazie degne delle finali di un campionato russo di ginnastica ritmica”. Arriva un po’ tardi su questo punto, la Lucarelli. Visto che il centrodestra tutto non fa che ridere di questa polemica della sinistra contro la “sua Rai”, nominata e prescelta dall’era giallorossa.

Quando la comunità gay criticò gay

Anche il Giornale fa una ricerchina sul Fedez “antico” e, sorpresa: “Nel 2011, Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, cantava anche “Ti porto con me“. Nel testo, la frase, per nulla politically correct, “Non fare l’emo fr***o con lo smalto sulle dita”. Proprio lui che adesso rivendica una linea di smalti”. Sempre leggendo e ricercando, troviamo la canzone: “Le feste di Pablo“, rifacimento di un brano della giovane rapper Cara, contiene una parte di testo che ha irritato e non poco proprio la comunità Lgbt: “Pablo sei un pacco, tipo tipa con la sorpresa”. Una frase che non c’era nella versione originale del pezzo,- scrive il Giornale- aggiunta dal cantante per dare un tocco personale al suo singolo. “Il punto, però, è che nel testo c’è una frase che gronda transfobia come un ghiacciolo lasciato al sole”,  commentavano lo scorso anno sul sito “gaypost.it

 

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