Caso Gregoretti, il gup che ha assolto Salvini: «Serviva un magistrato con le spalle larghe»
Serviva «un magistrato anziano, con 40 anni di esperienza e con le spalle larghe» per reggere «l’impatto che la sentenza avrebbe avuto sul sistema politico». A parlare così è il gup di Catania Nunzio Sarpietro, che ieri ha decretato il non luogo a procedere per Matteo Salvini, in relazione al caso Gregoretti. Il rinvio a giudizio di Salvini, ha chiarito il magistrato, «avrebbe comportato l’incriminazione dell’ex premier Conte e dei ministri dell’epoca Di Maio e Toninelli, perché erano tutti d’accordo sulla redistribuzione dei migranti, invocata allora come adesso».
Il gup del caso Gregoretti: «Salvini non violò le leggi»
Sarpietro, presidente dell’ufficio gip-gup di Catania, in un’intervista col Corriere della Sera ha ricordato che «la politica del ricollocamento in Europa è stata un obiettivo di tutti i governi, come ha testimoniato anche la ministra Lamorgese, e com’è dimostrato dall’attività della nostra diplomazia di cui abbiano acquisito ampia documentazione». «Io ho ritenuto non sussistente alcuna violazione della normativa internazionale e nazionale. Salvini – ha sottolineato – s’è attenuto alle convenzioni disponendo il salvataggio dei migranti in difficoltà e ritardando lo sbarco di due o tre giorni, facoltà concessagli da un provvedimento amministrativo del febbraio 2019 (frutto di un tavolo tecnico con i ministri di Interno, Difesa, Trasporti e i vertici delle Forze dell’ordine, ndr)».
La necessità di un magistrato «con le spalle larghe»
Sarpietro, intervistato anche da Repubblica, quindi ha chiarito di aver svolto «un’istruttoria approfondita avendo il dovere di assumere alcuni elementi, suggeriti dalla memoria difensiva, che hanno provato l’estraneità di Salvini». «Spiegherò tutto – ha aggiunto – nella motivazione di una sentenza che richiederà tempo, stenti e patimenti, perché ogni parola verrà valutata ai raggi X. Quando con i colleghi abbiamo preso la decisione che sarei stato io a presiedere questa udienza sapevamo che ci sarebbe voluto un magistrato anziano con 40 anni di esperienza e con le spalle larghe per reggere l’impatto che la sentenza avrebbe avuto sul sistema politico. E, a posteriori, posso dire che abbiamo fatto la scelta giusta».
Dopo Catania, Palermo con il caso Open Arms
E ora che la vicenda Gregoretti si è chiusa con il non luogo a procedere sul tavolo resta il caso Open Arms. «Non parlo del lavoro dei colleghi», ha chiarito Sarpietro, spiegando di ravvisare alcune differenze tra i due episodi. Certo è che, per entrambi, l’accusa è stata quella di sequestro di persona, formulata nei confronti di un ministro in carica, impegnato ad assolvere il proprio mandato in circostanze molto simili tra loro. Salvini, comunque, dopo la sentenza di Catania si è detto «tranquillo».
«Oggi – ha commentato il leader della Lega – è una bella giornata, non solo per me, ma per tutti gli italiani che vogliono una migrazione sicura e controllata. Sono tranquillo: se non esiste sequestro a Catania, non capisco perché debba esistere sequestro a Palermo. Questo giudice ha approfondito, ha studiato, ha lavorato e si è preso sue responsabilità. Altri scelgono vie più comode. Io – ha concluso – rifarei la stessa cosa».