Assurdo: la scuola licenzia il cappellano perché ha detto agli alunni di opporsi alle teorie gender

10 Mag 2021 13:10 - di Adele Sirocchi

L’ultimo effetto del conformismo della cancel culture è visibile nel Regno Unito, nel caso del reverendo Bernard Randall, 48 anni, cacciato dal Trent College perché contrario all’indottrinamento Lgbt in classe. Randall aveva detto agli alunni che avevano diritto ad opporsi all’ideologia Lgbt così come avevano il diritto di dire no alla Brexit o alla conversione all’Islam.

Il sermone di Randall finito sotto accusa

Un discorso, quello di Randall agli alunni, in cui li invitava al rispetto reciproco: “Quando le ideologie competono, dovremmo rispettare le convinzioni degli altri, anche dove siamo in disaccordo”. E ancora: “Dobbiamo trattarci l’un l’altro con rispetto, non attacchi personali: questo è ciò che significa amare il prossimo come se stessi. Discuti con tutti i mezzi, fai un dibattito ragionato sulle convinzioni, ma mentre va bene cercare di persuadersi a vicenda, a nessuno dovrebbe essere detto che deve accettare un’ideologia. Ama la persona, anche quando non ti piacciono le sue idee. Non denigrare una persona semplicemente per avere opinioni e convinzioni che non condividi”.

La scuola ha segnalato il cappellano all’antiterrorismo

La scuola lo ha addirittura segnalato  al programma Prevent, che identifica le persone a rischio di radicalizzazione, come se il reverendo fosse insomma un potenziale terrorista. Ma la polizia ha accertato che Randall era a posto e non rappresentava una minaccia alla sicurezza. Il cappellano era entrato a far parte della scuola nel 2015 per fornire assistenza pastorale e guidare i servizi dell’istituto. Ha affermato che il suo sermone era stato provocato dalle preoccupazioni per un’organizzazione chiamata Educate & Celebrate, gestita dalla dott.ssa Elly Barnes, che era stata invitata a fornire formazione sull’inclusione LGBT nella scuola. La cultura del politicamente corretto è ormai una chiesa che brucia sul rogo gli eretici, ha commentato Randall.

Sanzioni sul lavoro se si criticano le teorie gender

E il suo è un caso tutt’altro che isolato. E’ di qualche giorno fa infatti la lettera al Times di 40 donne che denunciano come siano a rischio, in Inghilterra, le lavoratrici che mettono in discussione le teorie gender. Le attiviste per la libertà di parola affermano che i datori di lavoro di un quarto dei lavoratori britannici si sono iscritti al programma “Diversity Champions” gestito dall’ente benefico LGBT Stonewall. Significa che se le persone mettono in dubbio ciò che gli attivisti chiamano “legge di Stonewall” – secondo cui “le donne trans sono donne” e “gli uomini trans sono uomini ” – rischiano la sanzione.

 

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