Via la cittadinanza a Mussolini, ma la piazza al ministro fascista non si tocca. Il caso nel Vibonese

23 Apr 2021 17:13 - di Adele Sirocchi
Mussolini Luigi Razza

Via la cittadinanza a Mussolini, ma non si tocchi la piazza intitolata al fascista Luigi Razza. Si regola così il sindaco di San Nicola da Crissa, nel Vibonese, paese che conta circa 1200 abitanti.

Il sindaco Condello: via la cittadinanza a Mussolini

“Sì, Mussolini è nostro cittadino onorario, onorificenza che ho scoperto quando del caso si occupò la stampa locale, più o meno un anno e mezzo fa. Prima della fine del mandato – dice il sindaco Giuseppe Condello – proporrò di annullarla per intestarla a un’altra figura, a un partigiano”. Ma l’impronta del Ventennio in paese resiste: la piazza centrale è infatti intitolata al vibonese Luigi Razza, ministro dei Lavori pubblici durante il Ventennio.

Ma la piazza a Luigi Razza resta com’è

Sulla piazza a Luigi Razza, il sindaco rifiuta la cancellazione: “Premesso che in Calabria molte piazze e strade sono state intitolate all’epoca, e premesso ancora che nel rifacimento della toponomastica faremo le verifiche per le opportune modifiche, onestamente la piazza non intendo cambiarla. Nel bene e nel male quell’epoca ha rappresentato anche una parte della nostra storia, e andare ad incidere su una cosa così vecchia mi sembra inutile”. Infine, il sindaco conclude: “Qui a San Nicola, almeno prima che fossero trafugati, sui ponti c’erano un sacco di simboli fascisti. Ci tengo a dire, però, che io non sono né di destra né di sinistra, sono un estremista di centro, renziano, uno dei pochi rimasti”.

Chi era Luigi Razza, ministro di Mussolini

Luigi Razza, come si legge nella voce a lui dedicata dell’Encilopedia Treccani, era nato nel 1892 a Vibo Valentia, fu giornalista e sindacalista. Si occupò delle rivendicazioni dei contadini pugliesi prima a Lecce quindi a Corato, Monopoli e Cerignola. Attraverso i giornali che diresse o fondò (Il Tribuno salentinoIl Risorgimento e La Ragione) e le Camere del lavoro che diresse riuscì a unificare l’organizzazione agricola pugliese attorno all’Unione sindacale italiana (USI), il sindacato di tendenza rivoluzionaria di Filippo Corridoni e Alceste De Ambris. Fu interventista e redattore del Popolo d’Italia. Volontario nella Grande Guerra, partecipò alla conquista di Trento. Venne decorato con due croci di guerra al valor militare.

Il sindacalismo e l’idea corporativa

Tra il 1927 e il 1934 fu uno dei più importanti dirigenti sindacali fascisti. Come organizzatore sindacale potenziò il settore agricolo difendendo per quanto possibile il salario, fortemente penalizzato dagli effetti della ‘grande crisi’ del 1929. Fu particolarmente presente nel dibattito sull’istituzione e sullo sviluppo del sistema corporativo, soprattutto dalle pagine della rivista La Terra, diretta da Rossoni, e del quotidiano Il Lavoro fascista, di cui era vicedirettore.

Nel 1935 esplose in volo l’aereo su cui viaggiava

Mussolini, nel gennaio del 1935, lo nominò ministro dei Lavori pubblici. Nei pochi mesi in cui fu ministro, Razza cercò di contrastare la disoccupazione e progettò opere di bonifica sociale dei borghi rurali e dei centri cittadini. Inviato da Mussolini in Africa orientale per una missione esplorativa, il 7 agosto 1935 il suo aereo esplose in volo, per motivi che l’inchiesta sull’incidente non riuscì a individuare, dopo essere decollato dal Cairo alla volta di Asmara; con lui persero la vita i quattro uomini dell’equipaggio, il suo segretario, Vincenzo Minasi e il barone Raimondo Franchetti, esploratore e africanista.

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