Scuola, trentamila studenti rischiano la bocciatura nel Lazio. I prof sono per la linea dura
Linea dura a scuola. Quest’anno i professori torneranno a bocciare. A rischiare l’anno scolastico nel Lazio sono almeno trentamila alunni. In attesa di una circolare del ministero, l’orientamento diffuso tra gli insegnanti è quello che quest’anno si tornerà a bocciare nel caso di più insufficienze. Saranno però i consigli di classe a valutare caso per caso.
Scuola e bocciature, confermata la linea dura
Come riporta il Messaggero, Mario Rusconi, presidente dell’associazione dei Presidi del Lazio ha confermato la linea. «Valuteremo caso per caso e terremo conto della situazione. Ma non bocciare può essere più dannoso per i ragazzi. Aspettiamo quello che ci dice il governo, perché credo che voglia trovare delle regole da applicare in tutto il territorio nazionale».
«Chi ha più di tre insufficienze verrà bocciato»
Anche Cristina Costarelli, preside del liceo Newton è per la linea dura. «Quest’ anno – ha spiegato al Messaggero – rispetto a quello precedente, una parte della didattica è stata effettuata in presenza. In quello 2019-2020, invece, i ragazzi non erano stati in classe per mesi. E bisogna partire da questo dato per capire le differenze, e il conseguente modo di comportarsi, tra il 2020 e il 2021. Guarderemo alle difficoltà del singolo, magari un cinque non striminzito diventerà una sufficienza, ma come in passato chi ha più di tre insufficienze verrà bocciato».
Scuola, l’orientamento degli insegnanti
In sostanza, si torna al vecchio orientamento. Come il riporta il Messaggero, chi ha quattro “quattro” in pagella, ripete l’anno. Chi ne ha tre va ai corsi di recupero. A fornire un quadro della situazione sono i voti del primo quadrimestre. Nonostante i consigli di classe avevano deciso di non calcare la mano nel primo quadrimestre, un ragazzo su tre ha sommato in pagella per lo più insufficienze. Con il risultato amaro che ora circa 30mila studenti ha la media del 4 e rischia di ripetere l’anno. In più occasioni il direttore dell’ufficio scolastico regionale, riporta sempre il Messaggero, ha ricordato che «i bambini delle seconde elementari, dopo un anno in Dad, leggono e fanno di conto come se fossero rimasti all’asilo, le matricole delle superiori hanno fortissime difficoltà con il greco o con la matematica»
Lidia Cangemi, preside del liceo Kennedy, spiega sempre al Messaggero: «Non possiamo attenerci a indicazioni estemporanee e dovremo muoverci seguendo il buon senso. Faremo di tutto per tenere in conto i problemi e i limiti della didattica a distanza. Di più, valuteremo anche il ruolo delle famiglie, soprattutto se non sono così solide nel garantire ai figli un luogo adeguato per seguire le lezioni in Dad. Ma chi auspica una sanatoria sui voti arreca soltanto ulteriore malessere agli adolescenti».