Meloni a Draghi: «Rischiamo l’ecatombe, la crisi sociale può essere più grave di quella sanitaria»
«Non c’è differenza con il governo Conte sull’entità dei ristori. Le cifre sono sempre quelle…». Lo ha detto Giorgia Meloni nella conferenza stampa sugli emendamenti al dl sostegni nei locali della Fondazione An. «Vedo tanti in piazza che chiedono di lavorare», ha aggiunto. «L’obiettivo è consentire alla gente di lavorare. In caso contrario si rischia che la crisi sociale possa diventare più grave di quella sanitaria. E l’unico vaccino sono le riaperture immediate».
Giorgia Meloni: «Riaprire cominciando dagli spazi all’aperto»
«Penso che in ogni caso la migliore misura possibile per aiutare il tessuto produttivo italiano siano le riaperture immediate, non a maggio o giugno. Il governo Draghi parla di riapertura a maggio o giugno come se fosse una vittoria. Invece è quello che è stato fatto l’anno scorso, perché si sa che il virus corre meno con le stagioni meno fredde. Una vittoria è consentire, sulla base dei dati scientifici, riaprire subito le attività all’aperto. Quindi, spazi aperti e posticipo del coprifuoco. Tutto, chiaramente con protocolli chiari».
«Si rischia una vera e propria ecatombe»
«In tutta questa fase», ha incalzato Giorgia Meloni, «abbiamo sempre lavorato con serietà e concretezza. In particolare nelle materie economiche. Non so se ci si renda conto che stiamo andando incontro a una vera e propria ecatombe. Le imprese chiudono e le persone restano senza lavoro». I provvedimenti sono deludenti. «Nel decreto sostegni ci sono alcune cose che abbiamo condiviso. Ad esempio, l’estensione del finanziamento a fondo perduto per i professionisti. Ma nel decreto non funzionano le risorse».
Giorgia Meloni: «Il calo del fatturato è enorme»
«Il calo del fatturato è stato di 423 miliardi nel 2020. Il totale di tutte le risorse finora stanziate è di circa 29 miliardi alle aziende nel loro complesso. Si tratta», ha concluso la leader di FdI. «di una vera elemosina che non ha risolto nessun problema». Nelle entità dei ristori «non c’è differenza con il governo Conte» e questo è molto grave.