M5S-Rousseau, scontro finale. Ultimatum di Casaleggio: «O pagate i debiti o sarà rottura»

8 Apr 2021 20:34 - di Valerio Falerni
Casaleggio

Il redde rationem tra M5S e associazione Rousseau è al punto di non ritorno. Prove ne sia l’ultimatum di Davide Casaleggio ai grillini: o saldate i debiti entro il 22 aprile o rottura definitiva. Il bello è che tutto questo bendidio Casaleggio lo scrive sul Blog delle Stelle, la voce ufficiale del MoVimento. Alla base del contenzioso, come ormai noto, c’è la vile moneta. Una sorta di contrappasso per un movimento sospinto dalla retorica degli scontrini, dei rimborsi spese e delle restituzioni. Altri tempi. Ora, infatti, c’è Casaleggio che pretende il pagamento di circa 450mila euro di arretrati. A tanto ammonterebbero le quote non versate dai parlamentari morosi, sebbene vi contribuiscano soprattutto quelli che hanno lasciato Grillo e Di Maio proprio per intascati lo stipendio pieno. La questione, tuttavia, è politica.

Casaleggio: «Tempo fino al 22/4 per un accordo»

Se Rousseau ha una cassa semivuota ha un database pieno di nomi e di indirizzi: sono quelli degli iscritti al M5S. In pratica il corpo elettorale della democrazia digitale. Senza il loro clic il MoVimento resta bloccato. Sembra poco, e invece è tantissimo se solo si pensa che ogni mossa grillina ha dovuto ricevere autorizzazione dalla base. In questo quadro anche la leadership di Giuseppe Conte è a rischio. «L’ex-premier non è iscritto e quindi non ha ruolo per proporre accordi», avverte a nome di Rousseau Enrica Sabatini. Ma è anche un modo per dire che non potrà iscriversi senza passare per la piattaforma gestita da Casaleggio. Un bel rompicapo. Tanto più che l’accordo tra 5Stelle e Rousseau è consacrato dallo Statuto. «E gli iscritti – rimarca la Sabatini -, con il voto degli Stati Generali, hanno ribadito nuovamente la necessità di prevedere questo accordo».

E Conte cerca una sede tra i palazzi della politica

È da allora che si negozia con il reggente Vito Crimi. Evidentemente senza risultato, a dispetto dell’escalation innescata da Casaleggio. Ad agosto 2020, infatti, invia una bozza di accordo a Crimi, che la rinvia senza neppure discuterla. A settembre 2020, lancia l’allarme sui soldi che mancano e adombra la riduzione dei servizi. Il resto è storia recente con l’attivazione di una raccolta di fondi. Per tutta risposta, lamenta Casaleggio, «negli ultimi giorni il MoVimento è arrivato addirittura a negare l’esistenza del debito tramite alcuni suoi esponenti». Da qui il ricorso all’ultimatum. Nel frattempo, quasi a voler marcare la distanza con l’Associazione, Conte si è messo alla ricerca di una sede nel cuore di Roma. È la prima volta che i grillini avranno una sede fisica a cui fare riferimento. E per di più accanto a tutti quei partiti che solo poco tempo fa aveva giurato di cacciare dal Palazzo. Ora, invece, c’entrano loro.

 

 

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