M5S, prime rogne per Conte. Gli scissionisti pronti a lasciare se non ci sono “garanzie”

26 Apr 2021 9:02 - di Mia Fenice
M5S

Prime rogne per Giuseppe Conte e il nuovo M5S. Non sono passate neanche quarantott’ore da quando il leader ha annunciato i suoi programmi che già arrivano le prime vere seccature. Su Facebook l’ex premier si è mostrato ottimista. «Conto di poter presentare all’Assemblea degli iscritti» al Movimento 5 Stelle «il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori a inizio maggio in un grande evento on-line, aperto e partecipato». Ma, come si legge sul Corriere, il lancio del nuovo M5S ai primi di maggio rischia già di slittare. Sul tappeto ci sono due questioni: il debito con Rousseau e i malumori dei parlamentari 5S alla Camera. Due nodi che difficilmente potranno essere risolti in così breve tempo.

M5S, il debito con Rousseau

Come scrive il Corriere «secondo quanto trapela dalle indiscrezioni i Cinque Stelle non pensano di versare i 450mila euro chiesti da Davide Casaleggio, bensì una cifra molto inferiore (non è chiaro se intorno ai 140mila euro stimati da Vito Crimi e Claudio Cominardi). Verranno stornati dal conteggio i soldi degli espulsi». Inoltre, Enrica Sabatini ha chiarito al Corriere che i dati degli iscritti saranno consegnati al rappresentante legale M5S. Quindi Conte non può richiederli e gli attuali vertici non sono ritenuti legittimati da Rousseau. Bisognerà attendere il 30 aprile quando a Cagliari si aprirà il dibattimento per l’espulsione della consigliera sarda Cuccu espulsa dal movimento. In quell’occasione, scrive il Corriere, si discuterà anche se Crimi sia o meno titolato a definirsi rappresentante legale.

I malumori a Montecitorio

Altro nodo da risolvere è quello dei maldipancisti soprattutto a Montecitorio. Alcuni sono critici nei confronti di Conte, altri sono scissionisti. Questi ultimi, scrive il Corriere, sono 30/40 in tutto e sarebbero pronti a lasciare il Movimento se nello statuto non troveranno “garanzie”. Il riferimento va soprattutto alle deroghe del tetto dei due mandati.  C’è poi chi auspica un intervento di Luigi Di Maio per federare le diverse anime. Insomma, per Conte sarà tutt’altro che facile riuscire a placare i malumori e a far decollare il nuovo Movimento in maniera indolore in così breve tempo.

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