Il rapper nordafricano sfida la polizia: una settimana fa guidava la guerriglia di San Siro (video)

17 Apr 2021 18:38 - di Guido Liberati

Una settimana fa in trecento misero a soqquadro il quartiere di San Siro, per seguire il rapper nordafricano Neimar Ezza. Lanciarono sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine. E dovettero intervenire una decina di pattuglie di polizia e carabinieri per ristabilire l’ordine.

Oggi orgogliosamente, uno dei protagonisti dei tafferugli, il rapper Baby Gang, (italiano con padre egiziano e mamma del Marocco) indagato con Neima Ezza e altre persone per la guerriglia, ha postato il video vergognoso che circola in Rete.

Gli agenti di polizia ieri hanno perquisito il suo appartamento. Lui, intanto, è rimasto sul divano, giocando ostentatamente alla Play Station. Alla fine delle perquisizioni ha montato il video. Evidentemente all’insaputa degli agenti di polizia. E ha postato su Instagram i video delle perquisizioni a casa sua, come fossero un motivo di vanto.

Chi è Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mohuib

Baby Gang si chiama Zaccaria Mohuib. Il rapper nordafricano è italiano di padre egiziano e madre marocchina, originario di Lecco ma attualmente residente a Sondrio sebbene domiciliato in realtà in una comunità di recupero alle porte di Milano.

Il giovane, infatti, è recidivo. Lo scorso ottobre, a Lecco, gli agenti della Squadra Mobile avevano identificato e denunciato una cinquantina di giovani che nei videoclip a ritmo di trap brandivano armi da guerra, pistole, machete e coltelli guidati sempre da Baby Gang, e da un kosovaro appena maggiorenne di Introbio finito in manette.

Per questi giovani, chi indossa la divisa viene visto come figura ostile. E in Italia, purtroppo, a sinistra molti la pensano così, come conferma la recente dichiarazione della scrittrice Michela Murgia.

Il rapper nordafricano alla Gta durante la perquisizione

Nello specifico, il rapper nato in Marocco e ormai italiano d’adozione, Neima Ezza, nome d’arte di Amine Ezzaroui,  vanta nelle sue canzoni la sua vita tra le bande criminali. Ed è emblematico che una delle foto opportunity che promuovono i suoi brani sia davanti a un muro dove campeggia la scritta in francese, che tradotta in italiano significa: “Tutto il mondo odia la polizia”.

Non solo la odia, ma come hanno dimostrato gli incidenti di sabato scorso, la insulta, la minaccia e la combatte. E anche il video di queste ore non va preso troppo sotto gamba. Più che una bravata una dichiarazione d’intenti esplicita.

Il sindaco Sala brilla per la sua assenza

In tale contesto di degrado e di allarme sociale, il sindaco di Milano, Beppe Sala, brilla per la sua assenza.  “Grazie alle Forze dell’Ordine e alla Polizia per l’intervento nel quartiere San Siro, che ha dato un segnale importante di legalità e di presenza delle istituzioni in un quartiere di circa 6.000 appartamenti popolari dove non è presente alcun servizio del Comune di Milano. La gente perbene della zona chiede da tempo al Comune di avere una biblioteca, uno sportello Informagiovani, un centro di aggregazione giovanile o un centro anziani, che darebbero una boccata d’ossigeno all’intero quartiere”. Così Stefano Bolognini, Commissario Provinciale di Milano della Lega Salvini Premier, dopo il blitz di ieri mattina.

“Invece di incontrare due rapper a Palazzo Marino – ha aggiunto Bolognini –, un sindaco di centrodestra sarebbe andato immediatamente nel quartiere per confrontarsi con i tanti cittadini della zona che da tempo aspettano, inascoltati, un aiuto da parte dei servizi sociali”.

Considerando che anche Sala è su Instagram, è già tanto che non abbia messo il suo like alle canzoni del rapper nordafricano.

 

 

 

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