Credit Suisse non è Banca Etruria, lì cacciano i manager coinvolti negli scandali finanziari

6 Apr 2021 13:21 - di Roberto Frulli

Credit Suisse non è Banca Etruria e la Svizzera non è l’Italia. Sembra un’ovvietà ma non lo è. Lì, Oltralpe, cacciano, senza troppi complimenti, i manager coinvolti negli scandali finanziari. Altroché i tiraemolla di Banca Etruria e i piagnistei della figliola.

Rotolano, dunque, le prime teste nella direzione generale di Credit Suisse: in seguito ai disastri delle ultime settimane. Non solo il  caso Greensill, la fallita società finanziaria britannica. Ma anche la débâcle del fondo americano Archegos Capital Management. Lo scandalo emerso la scorsa settimana.

Due vicende che costringono il numero uno dell’investment banking, Brian Chin e la Chief Risk and Compliance Officer, Lara Warner a lasciare i rispettivi ruoli accomodandosi alla porta. Efficienti, gli svizzeri, anche in questo.

Chin verrà sostituito da Christian Meissner, mentre Lara Warner dovrà lasciare la poltrona a Joachim Oechslin. Che assume l’incarico ad interim, indica oggi, in una nota, il numero due bancario elvetico.

È proprio sulla scia degli scandali che hanno colpito l’istituto bancario elvetico nelle scorse settimane, Credit Suisse prospetta una perdita di 900 milioni di franchi nel primo trimestre del 2021.

Questo include un onere di 4,4 miliardi legati al fallimento dell’hedge fund statunitense.

A pagarne le conseguenze, comunque, non saranno solo il numero uno dell’investment banking  e la Chief Risk and Compliance Officer, coinvolti negli scandali, ma anche altri alti dirigenti della banca: ci sarà un taglio dei bonus e inoltre il discarico del Consiglio di Amministrazione non sarà all’ordine del giorno dell’Assemblea generale.

Il presidente del cda, Urs Rohner, dovrà rinunciare a un compenso – noto come “Chair fee” – pari a 1,5 milioni di franchi.

Credit Suisse è stata perfino costretta a modificare la proposta di dividendo. Che passa così da un dividendo di 10 centesimi invece dei 29,17 centesimi originariamente previsti.

Per quanto riguarda le dimissioni dei membri del Consiglio d’amministrazione e della Direzione generale, il Cda ritira la sua proposta in vista dell’Assemblea generale, ritenendo che “sia nell’interesse degli azionisti prendere in considerazione questa proposta quando le indagini interne sui recenti sviluppi saranno concluse e i risultati comunicati”, ha indicato Credit Suisse.

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