Zone gialle rafforzate e serrata nei weekend: a un anno dal lockdown il Cts certifica il suo fallimento
A un anno esatto dalla proclamazione del primo lockdown, pronunciare nuovamente quella parola per il governo e per chi ha gestito la pandemia fin qui è più che mai un tabù. E, infatti, la chiusura generalizzata, che pure è invocata da parte del mondo scientifico, non compare tra le misure caldeggiate dal Cts all’esecutivo. Epperò, l’ulteriore, decisa stretta indicata dal Comitato tecnico scientifico dopo l’incontro di ieri, parla comunque, chiaramente, la lingua del fallimento. A un anno esatto da quel giorno fatale in cui tutti ci ritrovammo chiusi in casa, infatti, l’unica, vera, sostanziale novità è l’avvio della campagna vaccinale. E comunque pure quella, finora, ha lasciato a desiderare.
Le chiusure proposte al governo
Per fare fronte alla nuova ondata il Cts ha suggerito al governo di istituire una zona gialla rafforzata con misure più severe e nei weekend una zona rossa nazionale, sostanzialmente un lockdown finalizzato ai giorni in cui le persone sarebbero più libere di uscire. La zona rossa per il Cts dovrebbe poi scattare automaticamente per i territori che superassero i 250 contagi per 100mila abitanti. Lo stesso parametro adottato per la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.
Il Cts non esclude un nuovo lockdown
Il Cts ha invece suggerito la chiusura totale nazionale nel caso in cui si superassero i 30mila contagi al giorno nel Paese. Una soglia che non appare ancora imminente considerato che il bilancio di ieri è stato di 19.749. Il trend però non è favorevole, soprattutto per i ricoveri che restano in crescita e hanno già messo sotto pressione gli ospedali di molte regioni.
Palazzo Chigi prende tempo e spera nei vaccini
Fonti dell’esecutivo, citate dall’Adnkronos, hanno precisato che il governo non ha ancora affrontato la discussione sulle misure e quindi ogni valutazione sarebbe «prematura». È stato poi il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Porta a Porta a dirsi apertamente «contrario a un lockdown generalizzato». «Si irrigidiscano i controlli nei weekend, senza andare incontro a chiusure assolute», ha detto, rivendicando che «la divisione dell’Italia a colori ha funzionato». E invitando quindi a proseguire su questa strada, con chiusure mirate per i singoli territori. L’obiettivo primario resta quello di accelerare la campagna vaccinale, come sottolineato anche dal premier Mario Draghi. Ma anche su questa pesano le incertezze, prima fra tutte quella degli approvvigionamenti.