Vaccini, l’allarme di Weber (Ppe): «La guerra è già in corso, ma la Ue non resterà a guardare»
Sui vaccini «la guerra è già in corso». A sostenerlo sul Corriere della Sera è Manfred Weber, capogruppo del Ppe, compagno di partito nonché connazionale della cancelliera Angela Merkel e della presidente Ursula von Der Leyen. Insomma, un pezzo da novanta della nomenclatura Ue. Weber parla all’indomani della decisione di Mario Draghi di bloccare 250mila dosi di vaccino AstraZeneca dirette in Australia. Una scelta che non è piaciuta a Boris Johnson, ma riceve il plauso dei partner europei. «La scelta dell’Italia si basa su solide motivazioni – spiega Weber -: la situazione in Australia vede dieci casi di Covid al giorno e non ci sono morti».
Weber: «Ok Draghi per il blocco delle dosi»
Nessun indebolimento alla lotta al virus, dunque, come lamentato dal premier britannico, ma solo rispetto delle priorità. La Ue è il continente più colpito dal Covid e con il più alto numero di contagi e di morti. Ragione per cui – sottolinea l’esponente del Ppe – «non dobbiamo essere naïf, dobbiamo occuparci dei nostri cittadini». Del resto, è quel che fanno gli altri. E Weber lo annota puntigliosamente. «Gli Stati Uniti – ricorda – hanno un blocco totale sulle esportazioni di vaccini anti-Covid. Il Canada è rifornito dalla produzione europea. Il nazionalismo dei vaccini è stato adottato dagli Usa, dalla Gran Bretagna con AstraZeneca». Ad innescare la guerra sui vaccini è anche l’atteggiamento «scorretto» di alcune aziende. «AstraZeneca non sta adempiendo al contratto con l’Ue e sta dando precedenza alle forniture verso il Regno Unito e altri Paesi», denuncia il politico tedesco.
Avvertimento ad AstraZeneca
Diverso è invece di BioNTech-Pfizer. «Stanno consegnando più di quanto promesso». Ma «con chi è inadempiente – avverte Weber – l’Ue deve essere rigorosa e forte». È anche vero – e il capogruppo dei Popolari lo ammette – che l’Europa paga anche gli errori della Von Der Leyen sul fronte degli acquisti dei vaccini. La «guerra» di oggi è figlia anche di quei tatticismi. In ogni caso, il blocco dell’export delle dosi non avverrà in automatico. «L’Europa resta pronta a condividere le dosi con i suoi vicini», assicura l’esponente del Ppe. Che però avverte: «L’Ue è il più grande mercato unico al mondo» e che «l’accesso al mercato è nelle mani dei regolatori Ue». Come a dire: si pentirà chi tenterà di buggerarci.