Vaccini, il buonista Biden volta le spalle ai paesi poveri. E si tiene 70 milioni di dosi in più

26 Mar 2021 20:58 - di Silvio Leoni

Il buonista Joe Biden volta le spalle ai  e si tiene in saccoccia 70 milioni di dosi di vaccini in più rispetto al fabbisogno degli Usa invece di darli a chi non se li può permettere.

Il New York Times ha preso la faccenda alla lontana. E si è interrogato su cosa farà Biden con le scorte rimaste sul groppone visto che in queste settimane ogni Paese sta cercando furiosamente di accaparrarsi quante più dosi possibili di vaccino anti Covid in una guerra tutti contro tutti senza esclusione di colpi.

Di qui la domanda sulle prossime mosse dell’amministrazione Biden: cosa fare del surplus di dosi che gli Usa avranno quando, a metà maggio, se non prima, le forniture di vaccini supereranno la domanda interna.

Il Nyt ricorda, a tale proposito, che il presidente Biden ha appena promesso di avere abbastanza dosi per tutti gli americani adulti entro la fine di maggio.

Ma, da allora a luglio, il governo americano si è assicurato contratti sufficienti a coprire 400 milioni di persone. Con una settantina di milioni in più di dosi rispetto all’intera popolazione americana.

Secondo quanto riporta il Times, oggi l’amministrazione Usa, nonostante le sollecitazioni che arrivano dall’Europa, e la mano tesa rivolta agli alleati dal presidente nella video conferenza di ieri, e gli appelli da Oms ed Ong ad inviare milioni di dosi ai Paesi poveri, sarebbe orientata a tenere per se  gran parte di questo surplus di dosi. Una specie diverse assicurazione sulla vita.

Sottolineando che adolescenti e bambini, a campagna conclusa a maggio, dovranno ancora essere vaccinati, le fonti dell’amministrazione ricordando anche come nessuno sia certo quanto effettivamente duri l’immunizzazione del vaccino, con la possibilità quindi che potranno essere necessari ancora milioni di dosi per i ‘richiami’.

“Noi vogliamo essere ampiamente parte di una soluzione globale”, ha detto la portavoce di Biden, Jen Psaki, rispondendo ad una domanda a riguardo allo sforzo per portare i vaccini nei Paesi più poveri. “Ma – ha aggiunto – ci sono ancora un numero di fattori imprevedibili che dobbiamo considerare al meglio, comprese le varianti ed il loro impatto e il miglior lavoro che possiamo fare con i bambini”.

Morale: i paesi poveri possono pure aspettare. Con tanti saluti all’ipocrita buonismo dem.

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