Scanzi vaccinato, Travaglio smemorato: “Il Fatto” dimentica di dare la notizia sull’indagine

23 Mar 2021 8:28 - di Marta Lima

Il caso del vaccinatore fortunato, Andrea Scanzi, che ha ricevuto il siero magico prima di tanti anziani della sua regione, oggi domina su tutti i giornali, con la notizia dell’inchiesta aperta sulle vaccinazioni dei “riservisti” in Toscana da lui capeggiati con orgoglio, ma non sulla testata in genere più solerte e informata sulle vicende giudiziaria, “Il Fatto Quotidiano“.

Il silenzio di Travaglio sull’amico Scanzi

Neanche una riga, da Marco Travaglio, sull’amico e collega Andrea Scanzi, nella bufera per aver saltato la fila delle vaccinazioni, ad Arezzo, con la motivazione, tutta da dimostrare, di aver atteso la fine della giornata di vaccinazioni approfittando dei vaccini “rifiutati” da altri, dopo essere stato inserito in una lista di “panchinari” come figlio di genitori a rischio. “Gli italiani dovrebbero ringraziarmi”, ha scritto ieri Scanzi, travolto dalle polemiche, e in un video – probabilmente girato in una Spa a cinque stelle di Merano, dove forse si stava occupando dei genitori fragili in smart working – ma il giornalista – che quasi quotidianamente dà lezioni di etica agli italiani, nonostante un anno fa li insultasse perché si stavano preoccupando per il Covid – dovrebbe ringraziare soprattutto lo smemorato di Collegno, Marco Travaglio, che oggi non dedica neanche una riga all’amico nei guai. Solidarietà tra giustizialisti.

Un lungo editoriale su Draghi e gli attacchi ai colleghi

Lui, Scanzi, ovviamente neanche si preoccupa di fornire spiegazioni ai propri lettori, anzi, oggi, sul “Fatto”, si diverte ad attaccare il governo Draghi, anche sui vaccini, come se la sua “corsia preferenziale” fosse un dettaglio a margine. “Molti colleghi dicono che è ancora troppo presto per giudicare Draghi. Sarebbe vero, o anche solo accettabile, se Draghi non fosse stato acriticamente venerato da quasi tutti prim’ ancora che muovesse un muscolo. Dunque, se non era presto prima per incensarlo, non è presto adesso per trarre un piccolo bilancio del cosiddetto “governo dei migliori”. Sin qui è parso impossibile essere qualcosa di diverso dall’innamorato acritico o dall’arrabbiato prevenuto. Cerchiamo qui di fare altro, ovvero soppesare pregi e difetti…” Tra i pregi, secondo Scanzi, ci sarebbe anche quello di sapersi “mettere nel sacco” i giornalisti, “come un Bechis o un De Angelis“, perché è un furbacchione. Ma non tanto furbacchione come lui, eh.

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