Pd, tutti contro tutti. Dopo gli insulti la Cuppi fa la maestrina e massacra le sardine: siete distruttivi
Pd, ormai è tutti contro tutti. Dopo gli insulti la Cuppi fa la maestrina e massacra le sardine: siete distruttivi. Dopo la ribellione social dei giovani dem, Valentina Cuppi prova a mettere una pezza. Che, notoriamente, finisce per essere peggio del buco che vuole andare a coprire. parliamoci chiaro: lo strappo tra i vertici del Pd e i giovani militanti si è appena consumato a suon di post e tweet. Di recriminazioni e polemiche. E segnano il passo di un partito alla resa dei conti con gli elettori. Ammazzato dai sondaggi. Costretto a guardarsi l’ombelico e a ri-progettare anima e corpo politico. Anche cedendo alle pressioni delle donne e dei giovani che reclamano posti e visibilità. E questo la presidente del Partito Democratico lo ha capito bene. Tanto da replicare a frondisti e contestatori interni che «per cambiare serve dialogo. Ma nel rispetto». Il riferimento è chiaramente rivolto alle sardine, piombate a Roma con l’intento di strappare una parte significativa nella tragicommedia del rinnovamento in atto a Largo del Nazareno. Semplici comparse, le sardine rosse, nate da una costola del Partito democratico, al cui interno ora ambiscono a ruoli da protagonisti
Pd, la Cuppi replica piccata alle sardine
E così: assestando un colpo al cerchio e uno alla botte, come si suol dire, la reggente del Pd prova a mettere le cose in chiaro. E pur dichiarandosi a parole ecumenica, nei fatti striglia chi di dovere. Parla a nuora perché suocera intenda. E ammonisce tutti. Perché quei riferimenti delle sardine al Pd opinionista dalla D’Urso. Quegli interrogativi retorici stilati su presunti “peccati” da espiare, proprio non vanno giù ai vertici del partito. Tanto che la presidente incalza: «Siamo tutti orgogliosi della comunità delle democratiche e dei democratici che in questi anni hanno dato il massimo per promuovere sui territori. Nelle assemblee elettive e sui luoghi del lavoro le idee del Partito Democratico», esordisce in una nota la Cuppi, “blandendo il nemico dietro l’angolo”. Pronto a rivelarsi cecchino dell’ultim’ora.
Pd, Cuppi e sardine. Ma anche a frondisti e militanti dice: non siate distruttivi
Poi prosegue con il “ma” di rito, e aggiunge: «Ma non possiamo accettare che si metta in discussione la nostra casa comune che faticosamente con Nicola Zingaretti è stata ricostruita dalle fondamenta con un gruppo dirigente nuovo. Un lavoro interrotto da un pluralismo che si è trasformato a volte in esclusiva vis polemica. Mettendo in discussione e in secondo piano il lavoro che il Partito Democratico ha fatto per contribuire a modificare le linee guida del Next Generation Eu. Grazie al coinvolgimento degli amministratori democratici. Dei dirigenti locali del partito e dei parlamentari».
Quei riferimenti a un partito tossico e formato Barbara D’Urso sono indigesti
Poi, entrando nel merito della requisitoria e dell’arringa finale alle sardine, la Cuppi sentenzia: «Sabato scorso ho accolto la delegazione delle 6000 Sardine. Rispondendo alla loro richiesta di voler essere ascoltati. Di voler costruire e mettersi al servizio di un processo. Così avevano dichiarato di voler fare. Le porte sono state aperte, con l’intento di confrontarsi e dialogare. Con la volontà di costruire un Pd aperto e inclusivo. Capace di essere parte di un campo democratico e progressista. Vicino alle sue e ai suoi militanti. Alla base e di farsi permeare dalla volontà di partecipazione di chi non punta il dito contro e resta inerte. Ma ambisce a essere parte di un progetto che combatte le disuguaglianze, per la lotta sui diritti civili e sociali»…
Pd, la Cuppi alle sardine: «Ho ascoltato anche le dure critiche. Ma una comunità va rispettata»
E invece? Invece, arriva alla conclusione Valentina Cuppi, «in un momento molto complesso per la storia del Partito democratico». In cui «non ci siamo sottratti al confronto». «Ho ascoltato anche le dure critiche che sono state fatte e promosso l’autocritica. Ma una comunità va rispettata. È fatta di persone, del lavoro e dell’impegno di tanti che anche nei territori hanno sempre portato avanti l’idea di un partito fondato su valori e principi ben saldi. Ciò che è stato detto – conclude Cuppi – la definizione data di “partito tossico”, è un’offesa a tutta la comunità del Pd. E non è per nulla costruttivo. È solo distruttivo. Continueremo ad ascoltare e ad essere aperti al dialogo, nella consapevolezza di un cambiamento necessario. Ma in maniera costruttiva e nel rispetto di tutte e tutti». E a buon intenditor, poche parole. Della serie, criticate ma non troppo. E con garbo...