Paura in Sicilia, primo caso di variante nigeriana. In isolamento un immigrato scappato da un hotspot

22 Mar 2021 9:47 - di Alessandra Danieli

Paura per la variante nigeriana. Il primo caso registrato in Sicilia fa temere per l’alto numero di immigrati nei centri di accoglienza. E l’ondata incontrollata di sbarchi quotidiani.

A Messina il primo caso di variante nigeriana

Il primo caso in Sicilia della pericolosa variante al covid 19 è stato scoperto a Messina. Si tratta di un minorenne, 16 anni, originario della Guinea. Ora si trova isolato nel reparto di malattie infettive del Policlinico messinese. Il minorenne africano, era ospite di un centro di accoglienza in Sicilia, dal quale era fuggito con un amico.

Contagiato un 16enne africano fuggito da un hotspot

Rintracciati dalla polizia, entrambi sono stati sottoposti a tamponi. Risultati entrambi positivi, ad uno di loro è  stata diagnosticata la variante nigeriana. Che ora è ricoverato al Policlinico di Messina. L’altro, positivo senza sintomi, è in isolamento a Villa Contino. Il referto è stato inviato all’istituto superiore di Sanità “per capire come il virus si sta evolvendo”. Ha detto Teresa Pollicino che dirige il laboratorio di diagnostica molecolare a Messina.

Primo caso a Napoli: un professionista ritornato dall’Africa

A un anno dall’esplosione della pandemia l’Italia è costretta a fare i conti con le varianti al virus. Dopo quella inglese, si fa strada quella nigeriana. Meno conosciuta e più rara per ora. Che è stata individuata per la prima volta in Italia a febbraio, a Napoli. Il contagiato è un professionista di ritorno da un viaggio in Africa. Che è stato sottoposto a tampone al suo rientro. “La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano – spiegava Nicola Normanno, ricercatore dell’Istituto dei tumori di Napoli – ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra regione. Dopo un confronto con il gruppo del Reparto Zoonosi Emergenti dell’Istituto Superiore di Sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni paesi. E europei e africani, ma anche negli Stati Uniti”.

 

 

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