Migranti, a Lampedusa agenti carne da macello: in 10 positivi al Covid, 4 con variante inglese

1 Mar 2021 20:24 - di Martino Della Costa
Lampedusa 10 agenti positivi al Covid

Ancora sbarchi a raffica a Lampedusa, dove in poche ore sono quasi 400 i migranti approdati. Lampedusa, insomma, continua a cercare di resistere alla morsa degli arrivi ininterrotti. L’isola, al collasso, è ormai da troppo al centro di una situazione che registra l’hotspot stracolmo già a febbraio. E, in spregio all’emergenza sanitaria, presa d’assalto con l’aggravante del Covid e delle sue varianti. Un accerchiamento a tenaglia che, tra problemi di ordine e sicurezza, e minaccia epidemiologica, rischia di far saltare in aria un equilibrio precario da anni. L’ultima notizia che arriva dall’isola, allora, è la drammatica conferma della improcrastinabilità di un intervento risolutore: quella che rileva il contagio di 10 agenti in servizio a Lampedusa, risultati positivi al Covid-19. Per quattro di loro, peraltro, i controlli avrebbero già accertato la variante inglese. Gli altri sei, invece, sono in attesa degli esiti degli esami clinici. Perché, denuncia il Coisp che per bocca del segretario nazionale Nicolò Di Maria, «lavoriamo senza i requisiti minimi di sicurezza».

Lampedusa, 10 agenti positivi al Covid, 4 con variante inglese

Dunque, le notizie che arrivano dalla più grande delle Pelagie sotto attacco degli sbarchi – con 400 arrivi di migranti in poche ore – confermano l’immagine di una polveriera sul punto di esplodere. Dieci agenti in servizio a Lampedusa sono risultati positivi al Covid-19. Per quattro di loro gli esiti di laboratorio avrebbero già accertato un contagio da variante inglese. Gli altri sei, invece, sono in attesa degli esiti degli esami clinici. Tutti avrebbero manifestato i sintomi nei giorni scorsi, quando sull’isola sono approdati centinaia di migranti. A denunciarlo all’Adnkronos è, come anticipato, il Coisp che attraverso le parole del segretario nazionale Nicolò Di Maria, spiega: «Il 21 febbraio nell‘hotspot di Contrada Imbriacola c’erano già 1.300 ospiti a fronte di una capienza di 192 persone. In una condizione di simile sovraffollamento saltano tutti i protocolli di sicurezza».

A Lampedusa una situazione che denuncia «un’evidente mancanza di sicurezza»

Una situazione che rischia di essere «la punta dell’iceberg», dice ancora il leader sindacale. Che poi prosegue: «Con l’arrivo della primavera e della bella stagione – dice Di Maria – gli sbarchi si moltiplicheranno. E la situazione non potrà che aggravarsi. Il rischio è quello di assistere a una recrudescenza del fenomeno che non sappiamo dove ci porterà». Il segretario nazionale del Coisp nei mesi scorsi, insieme al segretario regionale Maurizio Senise, si è recato a Lampedusa per verificare in prima persona le condizioni nell’isola, denunciando «un’evidente mancanza di sicurezza».

«I governi cambiano. Ma la situazione resta la stessa»…

Insomma, come confermato dalla preoccupazione chiaramente enunciata dagli esponenti del Coisp, sull’isola «le regole anti-Covid non possono essere rispettate». Per Di Maria, infatti, «non ci sono i requisiti minimi di sicurezza perché le strutture sono inadeguate e sovraffollate. Continuare così significa mandare al massacro le forze dell’ordine. Che pagano un prezzo troppo alto e meritano un’attenzione maggiore da parte dello Stato». Secondo il segretario nazionale del sindacato, infatti, «i governi cambiano. Ma la situazione resta la stessa. Lavoriamo senza i requisiti minimi di sicurezza. Una condizione che in una situazione di emergenza pandemica qual è quella che viviamo è ancora più inaccettabile». Una preoccupazione che supera i livelli di guardia, condivisa anche dal sindaco di Lampedusa, Totò Martello. Il quale, nel giorno in cui sulla più grande delle Pelagie in poche ore sono approdati quasi 400 migranti, ha polemizzato col governo.

L’appello disperato al governo silente del sindaco di Lampedusa

«Oggi che il voto non è all’orizzonte – ha dichiarato il primo cittadino di Lampedusa Martello – il fenomeno sembra essere scomparso dai radar della politica. Gli unici argomenti al centro del dibattito sono i vaccini e la spartizione dei fondi del Recovery Fund». «Un flusso inarrestabile – ha proseguito il sindaco – che nelle ultime settimane ha fatto registrare numeri ingenti. Con la macchina dei trasferimenti in piena operatività per svuotare l’hotspot di Contrada Imbriacola, che rischia altrimenti il collasso. Qui a Lampedusa, insomma, – rilancia Martello – siamo preoccupati. La rotta libica è sempre più attiva. E non so cosa potrà succedere quando le condizioni del mare saranno ancora più favorevoli alla navigazione.

«Sia in Italia che in Europa servono azioni politiche e gestionali pianificate»

Mi auguro quindi – è l’appello finale del sindaco isolano – che il governo Draghi dedichi la massima attenzione ai tanti aspetti che riguardano le migrazioni. Sia in Italia che in Europa servono azioni politiche e gestionali pianificate. Un nuovo approccio all’intero fenomeno che porti a una migrazione “ordinata, regolare e sicura”. E che, al tempo stesso – ha concluso Martello – sostenga i territori di confine». Il governo batta un colpo. Lampedusa non può più aspettare.

 

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