L’Ue ammette: fregati da Astrazeneca, sottoconsegna il vaccino, parte l’azione legale

23 Mar 2021 19:54 - di Paolo Lami

E alla fine la Ue è costretta ad ammettere di essere stata fregata da AstraZeneca. Che continua a “sottoconsegnare” le dosi di vaccino anti-Covid che si era impegnata a fornire all’Ue. E sta mettendo “in difficoltà” diversi Paesi europei. Che avevano fondato la loro strategia vaccinale proprio sul siero della casa anglosvedese.

Pertanto, ora la Commissione avvierà “azioni legali” nei confronti della multinazionale guidata da Pascal Soriot. E avrà una “discussione aperta” con i principali “partner internazionali” per assicurare “reciprocità” nell’export delle dosi.

La Ue è costretta a correre a ripari, insomma. E il vicepresidente della Commissione, il polacco Maros Sefcovic, si presenta in conferenza stampa, a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Generali, per ammettere la sconfitta, sia pure temporanea, in attesa che la vicenda percorra fino in fondo le vie legali.

Domani la Commissione metterà una prima pezza a colori modificando il meccanismo di monitoraggio e autorizzazione delle esportazioni di vaccini anti-Covid.

“Naturalmente – dice Sefcovic – siamo una delle economie più aperte del pianeta e saremo sempre campioni del libero commercio. Ma anche equo. Per quanto riguarda AstraZeneca, non è un segreto che abbiamo problemi con questa società”, ammette il rappresentante Ue.

“Stanno davvero sotto-consegnando – prosegue Sefcovic. – La comunicazione con la società è difficoltosa (il Ceo Pascal Soriot, francese, è in Australia, cosa che ha già causato l’irritazione della Francia, ndr), dopo tutti i tentativi che sono stati fatti a tutti i livelli, abbiamo dovuto ricorrere alle azioni legali, perché semplicemente non sapevamo cos’altro fare“.

“Diversi Stati – continua il vicepresidente della Commissione – hanno basato le loro strategie vaccinali su AstraZeneca, perché c’era un contratto chiaro, firmato, su quante dosi avremmo ricevuto. E ogni settimana ci arrivano informazioni che questo non è possibile, quello non è possibile…ora ci dicono che i 180 mln di dosi nel secondo trimestre saranno molti, molti di meno“, cioè 70 mln di dosi, meno del 50% di quanto promesso.

“Questo – ammette Sefcovic – pone diversi Stati membri dell’Ue in una situazione difficile e quindi ora dobbiamo guardare a meccanismi di solidarietà per aiutare quei Paesi che hanno basato la loro strategia sulle forniture di AstraZeneca. E questi non sono numeri: sono vite umane“.

“Se parlate ai rappresentanti degli Stati membri in cui la situazione è drammatica – prosegue il politico slovacco – vi racconteranno che cosa sta succedendo negli ospedali. E quindi, quando parliamo della salute e della vita delle persone, e vediamo che invece di 180 mln di dosi, che erano previste nel contratto firmato, e sulle quali avevamo ricevuto rassicurazioni, ne arriveranno 70 mln…guardate quante persone vivono in Europa e vedrete che è un numero molto significativo”.

Pertanto, aggiunge Sefcovic, “dobbiamo agire su tutti i fronti, per assicurare che le dosi di quelle società che rispettano i contratti, e che vengano aiutate a produrre, vengano distribuite equamente tra gli Stati membri, per aiutare quei Paesi che stanno affrontando grandi difficoltà, perché si sono affidati troppo ad AstraZeneca“.

Il riferimento all’Italia è purtroppo chiarissimo ed evidente. Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza hanno puntato sul cavallo sbagliato. E ora gli italiani pagheranno in vite umane quelle scelte.

La Commissione Ue ha già raccomandato di distribuire i 10 mln di dosi aggiuntive del vaccino Pfizer/BioNTech che arriveranno nel secondo trimestre, un anticipo sulle consegne del terzo, tra i Paesi in maggiore difficoltà.

La linea della Commissione è “iniziare l’azione legale e avere discussioni aperte con i nostri partner internazionali sulla proporzionalità e sulla reciprocità, che è pienamente giustificata alla luce della situazione epidemiologica“, conclude Sefcovic.

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