L’infermiera coccola il bimbo di 7 mesi malato: la foto commuove tutti. “Sono mamma anch’io”
“Un gesto spontaneo, sono una mamma anch’io”. La carezza di un’infermiera ad un bimbo ricoverato per Covid presso la Rianimazione dell’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona. Una foto di grande tenerezza che sta facendo il giro del web. I genitori del bimbo, Matteo, erano malati di covid. Anche loro naturalmente in isolamento non potevano vedere il piccolo che se ne stava solo soletto. La fotografia è già un simbolo di questo periodo terribile in cui si incasellano storie drammatiche di vita familiare.
L’abbraccio materno dell’infermiera al bimbo è virale sui social
A raccontare la storia è stato Il Resto del Carlino. Tutto è iniziato il 3 marzo quando Matteo Maurizio, 7 mesi, è stato trasportato al Salesi a causa di un problema intestinale. La madre racconta: Quel giorno, il 3 marzo, l’ho vissuto come in trance. Verso le 20 il risultato del tampone è risultato positivo per me e mio figlio, ma non si capiva cosa gli dovesse accadere, fino a quando una dottoressa ha visto il mio stato d’animo e mi ha detto: ‘Suo figlio non lo lascio fino a che non risolviamo il problema’. Alle 2 di notte gli hanno fatto un’ecografia: il suo intestino era rovesciato.
L’infermiera:”Sono mamma anch’io…”
Si è reso pertanto necessario il trasporto nel reparto di terapia intensiva dove la madre, anche lei positiva, non è potuta entrare. Così è nato il gesto immortalato dalla foto che è la raffigurazione plastica dell’umanità e della professionalità degli operatori sanitari, che si sono presi cura del piccolo paziente. Ora il piccolo paziente è tornato a casa, dove sta affrontando la convalescenza. Le parole dell’infermiera sono commoventi. Come quelle di una mamma, del resto. ”Quel giorno Matteo non voleva stare nel letto, cercava di tirarsi su, non riusciva ad addormentarsi. Voleva soltanto giocare. Avevo provato con i canali di cartoni animati della televisione, con i motivetti per bambini alla radio. Ma poi ho capito che voleva un contatto, due occhi, le mani. Allora è stato un gesto spontaneo togliere la sbarra dal lettino e sdraiarsi accanto a lui per parlargli e coccolarlo un po’. Del resto sono mamma, un po’ ci so fare con i bambini”.
“Il piccolo voleva un contatto umano”
E’ il racconto al ‘Corriere della Sera’ di Katia Sandroni, questo il nome dell’ infermiera. ”Ha dormito un’oretta – spiega – . Per cinque giorni sua mamma non ha potuto stare con lui ma lui era sempre molto tranquillo, un angioletto. Il fatto che fosse più sveglio e reattivo voleva dire che stava meglio dopo l’intervento chirurgico. Davanti a un piccolino che migliora puoi solo essere felice, anche se ti tiene sveglia tutta la notte”. Prosegue il racconto. ”Lui non sembrava per nulla spaventato” dalla tuta bianca, vedeva i miei occhi in una piccola fessura, sapeva di avere la mia attenzione e a quanto pare gli bastava, per il resto era curioso, tutto faccette buffe e sorrisini”. E’ stata Monica Pizzichini, medico anestesista della rianimazione del Salesi, a scattare la foto, senza che Katia se ne accorgesse, rapita da quello slancio e dalla dolcezza del momento.