Lezione di pornografia al liceo. Il preside: la scuola parli di tutto. Applaude Rocco Siffredi
Lezione di pornografia al liceo Marco Polo di Firenze. L’attrice porno Sara Brown e l’attrice teatrale Antonella Questa, autrice di una pièce con protagonista una diva porno, hanno tenuto una lezione agli studenti collegati online su un tema di altissimo valore educativo: «La pornografia. L’intimità non è un tabù, parliamone».
Qualcuno ha osato criticare l’opportunità della lezione e subito il preside li ha rintuzzati: «A scuola si può e si deve parlare di tutto. Del resto è un argomento che fa parte dell’esperienza di ogni adolescente». Sicuro. Chissà quanto avrà aiutato l’esperienza della pornodiva. E chissà come mai non c’era una voce dissonante, che potesse spiegare che la pornografia è un grande business, che coinvolge anche i bambini, e non un tabù da sconfiggere.
Il senatore leghista Simone Pillon ha ricordato come «la lezione si sia aperta con la proiezione di un trailer di un film porno» e si è chiesto polemicamente: «Avanti col porno nelle scuole? Sì al porno fin da giovanissimi? Solo a me pare una follia?». Ma attenzione: il trailer mostrato era di un film porno ma a sfondo lesbico. Dunque incoraggiava la parità di genere. Un porno “etico” perché attento a combattere gli stereotipi sulla donna oggetto di desiderio sessuale.
Così in pratica si univano due finalità altamente pedagogiche: educare al fluid gender (l’appartenenza sessuale non esiste, esiste solo l’orientamento sessuale che può cambiare pure di ora in ora, di giorno in giorno) e far passare l’idea che la pornografia è un momento di crescita, di apertura, addirittura il fondamento di una nuova etica.
Il paradosso è che in questo liceo si sono fatte lezioni di pornografia senza che nessuno battesse un ciglio (tranne le associazioni pro famiglia che hanno segnalato la cosa al ministro Bianchi) mentre è stata messa alla gogna la preside del Giulio Cesare a Roma per avere vietato la propaganda abortista nelle aule dell’istituto.
L’idea della pornolezione è apparsa ottima e bellissima a Rocco Siffredi. E non è una battuta. Ai genitori un po’ meno ma è bastato bollarli come retrogradi per metterli a tacere.