Le ‘donne conforto’ dell’esercito giapponese non erano schiave: e sul prof di Harvard si abbatte la censura
Il professore dell’università di Harvard Mark Ramseyer, specializzato in studi giuridici giapponesi, ha sollevato un’ondata di critiche in tutto il mondo. Ha infatti sostenuto, in un articolo pubblicato online lo scorso anno, che le 200mila donne, la maggioranza delle quali coreane, costrette al ruolo di schiave sessuali dai militari giapponesi fra il 1942 e la fine della guerra, avevano in realtà liberamente scelto di lavorare nei bordelli. L’esercito giapponese – dice Ramseyer – non costrinse le donne coreane a lavorare nei suoi bordelli ma avevano stretto un accordo contrattuale che
La tesi di Ramseyer sulle “donne conforto”
La sua tesi, che avrebbe dovuto essere pubblica sul numero di questo mese della rivista International Review of Law and Economics in realtà riecheggia quella delle fazioni ultraconservatrici giapponesi.
La rivista ha sospeso la pubblicazione del numero di questo mese per rivalutare la possibilità di pubblicare l’articolo in seguito alle proteste pervenute. “Esprimere simpatia per donne anziane che hanno avuto una vita difficile va bene. Devolvere denaro a un Paese alleato per ricostruire una relazione stabile va bene (nel 2015 il Giappone ha accettato di versare circa dieci milioni di euro a una fondazione sudcoreana in sostegno delle vittime sopravvissute e delle loro famiglie, ndr). Ma sostenere le tesi sulle donne conforto schiavizzate è un falso storico”, ha scritto Ramseyer di recente in un articolo pubblicato su una rivista ultraconservatrice giapponese.