L’Associazione dei genitori agli insegnanti: “Assurdo assegnare i compiti di Pasqua pure in Dad”
No ai compiti da fare a casa durante le vacanze di Pasqua dopo un anno di dad. “Diamo ai ragazzi la possibilità per una settimana di sganciarsi fisicamente e mentalmente da impegni scolastici da inviare online”. È l’appello lanciato da Associazione italiana genitori (Age) e Federazione italiana dislessia apprendimento (Fida) a tutte le autorità competenti in materia con una lettera inviata in queste ore sotto l’hastagh social #SalviamolaPasqua!.
Gli effetti della pandemia – sottolineano le associazioni in una nota – vanno oltre il numero di positivi e di decessi. Inoltre coinvolgono la sfera emotiva e l’equilibrio psicologico di tutti, soprattutto dei bambini e dei ragazzi. Sono già numerosi gli interventi di pediatri, psicologi e psichiatri che hanno segnalato conseguenze più o meno gravi sulle psiche dei nostri minori causate dall’eccesso di didattica a distanza e dalla sospensione dei rapporti sociali che vivono a scuola.
Dad e compiti per le vacanze, è conflitto
Per questo Age e Fida chiedono di dare la possibilità alle famiglie di inventarsi attività da fare insieme, con il solo scopo di riscoprire il benessere del divertimento e del gioco. “Come compiti per Pasqua consigliamo Attività divertenti con la famiglia. Vi assicuriamo che sarà una lezione molto importante per i ragazzi, per i genitori e per gli stessi docenti”.
“Lo studio a distanza richiede una maggiore concentrazione, energia e attenzione che studiare in classe soprattutto nei più piccoli”, spiegano. Per le presidenti Rosaria D’Anna (Age) e Maria Dimita (Fida) ad aggravare la situazione il fatto che le ore di Dad sono spesso intensive”. Inoltre, sono “esclusivamente dedicate allo sviluppo del programma disciplinare”. Il tutto non lascia “spazio adeguato ad attività in cui prevale il dialogo interattivo con gli insegnanti e tra i ragazzi stessi sugli aspetti emozionali della loro esperienza o sugli eventi di cui sono protagonisti. In questo contesto – concludono – i compiti che vengono assegnati rappresentano un ulteriore e inutile motivo di stress e non possono essere una priorità anche in considerazione della loro dubbia utilità”.