La variante brasiliana più tosta della sudafricana: resiste a plasma e monoclonali. Meno ai vaccini

3 Mar 2021 18:03 - di Lara Rastellino
variante brasiliana e vaccini

La variante brasiliana del coronavirus Sars-CoV-2 fa paura, ma non è invincibile. Infatti, uno studio Usa rivela che «può rappresentare una minaccia per le terapie a base di anticorpi monoclonali» attualmente disponibili. Ma «meno per l’efficacia protettiva dei nostri vaccini». È la conclusione a cui approda un team di ricercatori statunitense che – in una ricerca disponibile in versione preprint sulla piattaforma Biorxiv, non ancora sottoposto a peer review – ha condotto una serie di test per valutare la sensibilità di questa variante alla principale arma su cui il mondo sta puntando per sconfiggere il virus: cioè i vaccini anti-Covid. Ma anche ai monoclonali e al plasma convalescente.

Variante brasiliana e vaccini, uno studio rivela una sua perdita di efficacia contenuta

Entrando nel dettaglio del report Usa, si apprende che la variante brasiliana P.1 è risultata refrattaria a più anticorpi monoclonali. 6,5 volte più resistente alla neutralizzazione da plasma convalescente e più resistente, ma non come ci si aspettava, ai sieri dei vaccinati. Gli autori – scienziati della Columbia University di New York e del Vaccine Research Center dei National Institutes of Health (Nih) di Bethesda – precisano che «l’entità della perdita di potere neutralizzante è stata modesta e non così sorprendente come è stato osservato per un’altra variante: quella sudafricana».

Le tappe dello studio su plasma, anticorpi monoclonali e vaccini Pfizer e Moderna

Gli esperti hanno creato uno pseudovirus Sars-CoV-2 con tutte e 10 le mutazioni della variante brasiliana. E hanno valutato la sua suscettibilità alla neutralizzazione di 18 anticorpi monoclonali. Di 20 campioni di plasma convalescente. E 22 sieri di vaccinati con vaccino anti-Covid Pfizer e Moderna. Tra i monoclonali messi sotto esame ci sono anche i 4 che hanno l’autorizzazione all’uso di emergenza negli States, cioè bamlanivimab, etesevimab, imdevimab e casirivimab (quest’ultimo è l’unico di quelli con Eua che mantiene la sua attività). Fra gli altri monoclonali esaminati, alcuni hanno mantenuto l’attività.

La variante brasiliana è risultata più resistente di quella sudafricana

I sieri dei vaccinati usati per i test erano 12 di persone immunizzate con Moderna e 10 con Pfizer. L’entità del calo di attività neutralizzante è stata limitata: 2,8 volte per Moderna, 2,2 per Pfizer. «Pertanto, la minaccia di un maggior rischio di reinfezione o di una riduzione della protezione vaccinale» per la variante brasiliana «potrebbe non essere della stessa misura di quella osservata con la variante sudafricana», concludono gli autori della ricerca americana.

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