I viaggi della Speranza, nuovo pasticcio: quarantena al rientro dall’estero fino a fine aprile
Nuovo pasticcio in vista sul fronte del lockdown per chj ha prenotato viaggi all’estero. Dopo la decisione di bloccare il trasferimento delle persone perfino nelle seconde case, ma di autorizzare i viaggi in località straniere, anche esotiche, per poi tardivamente ordinare che chi rientra faccia esami e isolamento a casa. Oggi, quasi certamente, il ministro della Salute Speranza cercherà di mettere una pezza al caos creato ordinando una proroga all’obbligo di tampone e di quarantena al rientro dai viaggi all’estero.
Speranza e i viaggi all’estero con quarantena
La stretta decisa ieri dal governo sui viaggi all’estero nel periodo di Pasqua in tempo di Covid potrebbe esseredunque prorogata ben oltre le festività e per tutto il mese di aprile. Si tratta dell’ordinanza – firmata ieri dal ministro della Salute, pubblicata ieri sera in Gazzetta Ufficiale e in vigore da oggi fino al 6 aprile – che prevede per chi arriva o rientra dai Paesi dell’Unione Europea un tampone in partenza, una quarantena di 5 giorni al rientro e un ulteriore tampone al termine dei 5 giorni. Fonti di governo spiegano all’Adnkronos che è sul tavolo l’ipotesi concreta di prorogarla fino alla fine del mese. Il ministro ha poche idee, ma confuse.
L’obbligo di tampone e di quarantena
Secondo quanto deciso ieri dal ministro della Salute, chi arriva o rientra da Paesi dell’Unione europea dovrà fare un tampone in partenza, rispettare una quarantena di 5 giorni al rientro e sottoporsi a un ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. Questa nuova misura arriva dopo le proteste dei giorni scorsi, con il settore del turismo ‘made in Italy’ sul piede di guerra. Ma le polemiche non si fermano comunque.
“Trovo curioso che, mentre a cittadini e attività economiche vengono chiesti ulteriori sforzi rispettando le restrizioni e le limitazioni, come giusto per fermare il contagio, siano permessi i viaggi di vacanza all’estero. Non si possono incontrare i propri cari, magari a pochi chilometri di distanza, ma è possibile prendere un aereo e farne migliaia per svago?”, aveva scritto su Facebook il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini rimarcando: “Un controsenso che penalizza anche tutti gli operatori turistici e gli albergatori che da tanti mesi sono alle prese con forti perdite economiche. Spero si faccia presto chiarezza su questa assurda anomalia”.
Permettendo agli italiani di volare all’estero per Pasqua “si avvantaggia il turismo all’estero: noi contestiamo l’incoerenza di un provvedimento per cui un italiano non può neanche prendere il caffè in patria ma può salire su un aereo e andare in un paese in fascia C”, ha detto Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, spiegando di non “voler fare una battaglia contro chi va all’estero”. “Oggi abbiamo l’85% degli alberghi chiusi, nonostante la massima sicurezza garantita dai protocolli sanitari” adottata dalle nostre strutture, ha osservato. “Noi diciamo solo che se il tampone vale per chi va all’estero, deve valere anche per chi va in un albergo italiano” aveva aggiunto, ricordando come l’associazione “ha fatto una convenzione con i laboratori: siamo pronti a fare tamponi ai turisti in arrivo e in partenza”.