Giudice sentenzia: me la paghi. Ferisce una donna e taglia le ruote alla collega. E il Csm lo promuove
Giudice taglia le ruote alla collega e il Csm lo promuove. Tolta la toga, armato di coltello ha tagliato le gomme dell’automobile di un altro magistrato: per ben 4 volte. Non solo: particolarmente suscettibile alle liti stradali, inveisce contro un’automobilista e la ferisce con uno sportello. Eppure, nessuna macchia sul curriculum del togato del tribunale di Pisa. Che, nonostante risse e rappresaglie, il Csm promuove. Il giudice, infatti, come niente fosse riesce a superare la quinta valutazione di professionalità passando alla sesta, lanciato verso la settima e ultima tappa di carriera. Non solo. Come riporta il quotidiano la Repubblica sul caso, «pur dopo una condanna penale e una anche disciplinare», il togato «insiste nelle performance aggressive» e, prendendosela stavolta con un’altra automobilista, «durante una controversia stradale con una signora, sbatte lo sportello dell’auto e colpisce il ginocchio della donna alla guida. Ma poi “ripara” il danno con 3mila euro estinguendo il reato».
Giudice taglia le ruote alla collega e il Csm lo promuove
Ma per il Csm va tutto bene e nulla inficia evidentemente il merito guadagnato sul campo e affatto messo in discussione da strani precedenti e movimentate controversie “stradali”. E così, il giudice del tribunale di Pisa supera l’ostacolo e guadagna la promozione. Complice forse il fatto che, come rileva sempre il quotidiano diretto da Molinari, «se questa gli fosse stata negata al Csm per la seconda volta lui avrebbe addirittura perso la toga. E sarebbe finito fuori dalla magistratura». Invece non solo resta dentro, ma anche con il premio dello scatto. Una vicenda che, sembra, abbia spaccato a metà il Consiglio. E che non può passare inosservato, specie in un momento in cui torna in auge nel dibattito politico il tema della riforma della giustizia. Per giunta proprio in giorni caldi in cui la Guardasigilli Marta Cartabia, al Senato, ha decantato le lodi della giustizia riparativa. O meglio, deprecando estenuanti tempi lunghi dei processi, ha esortato il ricorso a formule che evita la pena grazie a un percorso con cui fare ammenda.
Problemi penali e disciplinari animano il dibattito ma non bloccano la promozione
La domanda a questo punto sorge spontanea: ma è davvero questo il caso del giudice in questione? Un magistrato condannato per aver danneggiato 4 volte l’auto di una collega e per avere girato armato? Già perché la carriera di Cipolletta era stata bloccata proprio per questi precedenti. E la battaglia che si è scatenata in consiglio ha animato la discussione proprio per quello che, cita il Fatto Quotidiano, era stato «il giudizio negativo espresso sulla base di fatti avvenuti tra il dicembre 2007 e il febbraio 2008. Per i quali il dottore in esame è stato condannato sia in sede penale che disciplinare, per il danneggiamento, in quattro diverse occasioni, dell’autovettura di una collega. Parcheggiata all’interno del Tribunale. Nonché per il porto, senza giustificato motivo, di un’arma da taglio».
Una personalità particolarmente sensibile alle liti stradali: il precedente
Una personalità particolarmente sensibile alle liti stradali, quella del magistrato in oggetto, che non a caso, riporta sempre Il Fatto, che fino alla discussa, ultima promozione, ha gravato come un’ombra assai pesante sul suo percorso professionale, nonostante lo stesso giudice si ponga «fra i colleghi più produttivi della sezione». E in merito alle rivendicazioni agite, di lui si dica che «ha sempre rispettato i termini di deposito dei provvedimenti». Peccato che il solerte e diligente magistrato inciampi il 3 marzo del 2012 in un altro, inquietante episodio. Sempre legato alla circolazione. E che lo vede sempre contrapporsi a una signora. E nel riferire il quale, leggiamo che il giudice «ha cagionato a La Spezia lesioni personali alla gamba di una signora giudicate guaribili in sette giorni, sferrando un calcio alla portiera della sua autovettura, nell’ambito di un alterco per motivi attinenti alla circolazione stradale». Non solo. Sempre sempre la cronaca dei fatti, «il magistrato minaccia la donna: “Sei una maledetta. Adesso te la faccio vedere io. Questa me la paghi». E alla malcapitata toccano «sette punti in ospedale».
Giustizia, l’urgenza di una riforma: le proposte di Fdi alla Cartabbia
Insomma, possibile che i colleghi che passano al vaglio onori e oneri, vizi privati e pubbliche virtù del giudice, non siano stati minimamente turbati dalla lettura del fascicolo del giudice? Come mai quanto sopra elencato e riportato da siti e giornali nazionali e locali, non abbia inficiato la scelta di coronarlo della penultima promozione assegnata nonostante tutto? Insomma, davvero come ha ricordato Giorgia Meloni qualche giorno fa, presentando il pacchetto di proposte di Fdi – oggetto di un confronto con il ministro Marta Cartabbia – «la giustizia è il grande malato italiano. Le difficoltà di questo settore compromettono seriamente la credibilità dell’Italia. La lunghezza dei processi mina la certezza della pena. Favorisce la criminalità. Alimenta il senso di impunità». In questo caso anche di un giudice, premiato con una promozione dopo tutto quello che ha combinato.