Cuba modello di democrazia? In carcere da 4 mesi per aver esibito un cartello in difesa di un rapper

20 Mar 2021 20:55 - di Giorgia Castelli
Cuba

Cuba isola felice e modello di democrazia. Si fa per dire. Sono quasi quattro mesi che un giovane cubano è in carcere per aver esibito un cartello nelle strade dell’Avana in cui chiedeva il rilascio di un rapper condannato per oltraggio. Della vicenda si occupa Bbc Mundo, ripercorrendone le tappe e pubblicando la foto della protesta del giovane. Circa quattro mesi fa, Luis Robles Eliazástigui, un giovane di 28 anni, è sceso in strada nel centro dell’Avana e ha esibito un cartello: “Libertad. No más represión. #Free_Denis”, libertà, basta con la repressione, Denis libero”. Denis è un rapper, condannato a otto mesi di reclusione per “oltraggio”. Era il 4 dicembre scorso e da allora il giovane è in prigione.

Cuba, protesta di 500 giovani

Pochi giorni prima, Cuba aveva vissuto una delle maggiori proteste della sua storia recente quando un gruppo di circa 500 giovani si era riunito davanti al Ministero della Cultura per esprimere solidarietà con il Movimiento San Isidro, un gruppo di artisti critici del governo di cui fa parte Solis.

Il giorno prima della protesta, numerosi membri del Movimento erano stati sloggiati con la forza dalla sede del gruppo mentre stavano attuando uno sciopero della fame per chiedere la liberazione del loro compagno.

Il 4 dicembre, dopo vari minuti con le braccia alzate per esibire il cartello, il giovane, con mascherina e berretto in testa, è stato raggiunto e portato via dalla polizia. Mentre lo fermavano la gente che si era messa a riprendere le immagini della protesta ha cominciato a gridare agli agenti perché non colpissero il giovane, riporta la Bbc.

Le immagini dell’arresto diventano virali

Le immagini dell’arresto e la reazione di appoggio dei passanti sul boulevard de San Rafael hanno iniziato ad essere condivise. E la notizia ha fatto il giro dell’isola. Anche se per settimane non si è saputo chi fosse il giovane che aveva organizzato la protesta o cosa gli fosse successo dopo.

La famiglia ha cercato inizialmente di tenere un profilo basso. La speranza era che il ragazzo venisse liberato ma dopo diverse settimane la famiglia ha cominciato a cercare aiuto. A quattro mesi circa dal suo arresto, ora i parenti denunciano “trattamenti umilianti” in carcere. Raccontano che il ragazzo è stato “colpito”, privato della possibilità di vedere la famiglia o ricevere medicinali. Bbc Mundo ha contattato il Centro de Prensa Internacional de Cuba per conoscere la posizione ufficiale del governo sul caso, ma non ha ottenuto risposta.

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