Com’è triste Venezia senza gondolieri: «Noi da un anno a reddito zero. Speriamo ci salvi l’estate»
Sono i gondolieri le vittime più rappresentative della crisi produttiva scatenata dalla pandemia. In particolare, di quella che ha colpito la voce “turismo“, vero volano dell’economia nazionale (13% del Pil), di cui Venezia è portabandiera. La città ne conta 433 cui si aggiungono 180 sostituti. Numeri imponenti, che oggi riescono solo a testimoniare la perduta grandezza. Speriamo per sempre. «Ormai è da più di un anno che il reddito è pari a zero», è il rassegnato lamento di Maurizio Galli. Lui è il coordinatore dei gondolieri della stazione di Santa Maria del Giglio. Sono in 28 e ora trasportano solo personale sanitario da una parte all’altra delle calli. Gratuitamente. Condividono la loro sorte i ristoranti Al Giglio e da Messner, luoghi famosi proprio per ospitare i gondolieri e i loro ospiti.
I gondolieri trasportano (gratis) solo medici
Il virus continua a mordere e in questa primavera alle porte è diventato ancora più aggressivo, forse addirittura più di un anno fa. A differenza di allora, però, ora la campagna vaccinale sta cercando di soffocarlo alla radice. La speranza è che, oltre al bel tempo, l’estate possa portare anche un deciso cambio di passo come antipasto dell’auspicata rinascita. «Venezia – ammette Galli – è straordinariamente bella in questi mesi. Sorprende anche noi che pure ne conosciamo ogni dettaglio. Tuttavia, il nostro auspicio è che possa tornare al più presto a essere ammirata dai turisti di tutto il mondo, anche grazie al nostro servizio di trasporto». Gondole e gondolieri a Venezia datano addirittura attorno al Mille. Per costruirne una ci vogliono circa due mesi e solo chi ha la tecnica necessaria e si attiene a un rigoroso codice ha il permesso di esserne costruttore.