Canale di Suez, errore umano o problema tecnico dietro all’incidente della portacontainer
Potrebbe esserci anche un errore umano o un problema tecnico a far incagliare nel canale di Suez la gigantesca portacontainer Ever Given bloccando una fetta importante del traffico marittimo mondiale con pesantissimi e costosissimo contraccolpi su una parte dell’economia del pianeta.
Non lo escludono, al momento, le autorità egiziane ritenendo sia impossibile che a provocare l’incidente sia stata solo la tempesta di sabbia che martedì scorso ha costretto la gigantesca portacontainer a virare modificando la rotta che stava tenendo in una parte più stretta del Canale di Suez.
Secondo Osama Rabae, che è a capo dell’Autorità del Canale di Suez, le forti raffiche di vento e la tempesta di sabbia non sono state le uniche cause dell’incidente alla Ever Given rimasta incagliata martedì, bloccando il passaggio di centinaia di navi.
Sono per l’esattezza 321 le navi che sono ancorate nelle aree di attesa del canale, ha precisato Rabae che sottolinea come le difficoltà dell‘operazione di disincaglio sono provocate “dalla grande stazza” dell‘Ever Given, “dall’alta marea e il fondo duro roccioso” in cui si è incagliata.
Se dovessero fallire i tentativi di trainarla con i rimorchiatori, ha aggiunto, si potrebbe iniziare a scaricare il carico della supertanker per renderla più leggera.
Quanto all incidente e alle sue cause, “un problema così complesso dipende da diversi fattori. – si è detto certo Rabae – Questi possono essere un problema tecnico o l’errore umano“.
“E’ difficile dare una scadenza temporale precisa per la soluzione di questa crisi, stiamo lavorando senza sosta per risolverla”, ha detto Rabae. Che ha concluso affermando di “non poter determinare l’esatta causa fino a quando non sarà conclusa l’indagine” che è in corso.
La portacontainer “Ever Given”, scrive l’agenzia Nova citando un funzionario dell’Authority del Canale di Suez a margine di un tour effettuato nel sito della nave con alcuni giornalisti, si è spostata oggi di 17 metri verso nord.
È Mario Mattioli, Presidente di Confitarma, la Confederazione degli Armatori, a sottolineare all’Adnkronos, come l’incidente occorso nel Canale di Suez al portacontainer Ever Given “ci ha ricordato quanto sia fondamentale il trasporto marittimo per l’economia mondiale, visto che sulle navi passa il 90% delle merci scambiate a livello globale”.
In anni recenti, ricorda Mattioli, “il Canale è stato oggetto di un importante ampliamento che ora in alcuni tratti permette la navigazione contemporanea in direzione nord-sud e sud-nord, con una doppia corsia: peccato che l‘incidente occorso alla Ever Given sia avvenuto proprio in un tratto a corsia unica“.
Ma se “in Nord Europa,visto il cambiamento climatico, si sta valutando anche una rotta artica che potrebbe addirittura far risparmiare tempo, per l’Italia – spiega Mattioli – il canale di Suez è cruciale, nella direttrice dei traffici con l’Estremo Oriente e dei trasporti petroliferi sarebbe impensabile pensare ad alternative”.
“Se per saltare Suez i portacontainer dovessero entrare da Gibilterra, approdare in Italia e poi uscire dal Mediterraneo per dirigersi al Nord Europa, potremmo perdere anche il poco che abbiamo”, osserva Mattioli.