Campagna di fango contro la Meloni e FdI: ecco di che cosa non si è accorta “Repubblica”
Continua a far discutere la campagna di menzogne e fango scatenata contro Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Quel caso assurdo della presunta somma di denaro data per l’affissione dei manifesti elettorali alla vigilia delle elezioni politiche del 2013 provoca rabbia. Non si può continuare a lanciare sospetti e a montare scandali inesistenti. Alla questione rilanciata da Repubblica ha dato immediatamente risposta Giorgia Meloni: «Io non faccio affari con i rom, io non metto i soldi nelle buste del pane, la notizia è inventata». La leader di Fratelli d’Italia aveva scelto in prima persona, nel corso di una diretta Facebook a quanto riportato da Repubblica. Per poi sottolineare: «Devo pensare che gli inquirenti l’abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga – osserva la Meloni – e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista».
Meloni e il caso del pentito di Latina
Su Latina Oggi un articolo spiega le varie tappe del caso. E aggiunge un particolare non indifferente. La fonte della notizia si legge sul quotidiano «è il pentito di Latina Agostino Riccardi, che in un interrogatorio del settembre del 2018 davanti ai pm Luigia Spinelli e Corrado Fasanelli aveva riferito di aver incontrato Giorgia Meloni insieme ad altri delinquenti del capoluogo prima di un suo comizio svoltosi nei pressi del centro commerciale Latina Fiori. A presentare, si legge ancora sul quotidiano, la Meloni al gruppo di pregiudicati che si sarebbero dovuti occupare dell’attacchinaggio dei manifesti per conto del partito sarebbe stato il candidato alla Camera dei deputati Pasquale Maietta». Ma la storia non è questa. Si legge su Latina Oggi, che «a suffragio di quanto sostiene la leader di Fratelli d’Italia interviene lo stesso Agostino Riccardo con una dichiarazione rilasciata due mesi dopo la precedente, il 7 dicembre 2018, al pm Barbara Zuin. “Voglio precisare una cosa sulla quale ho pensato a lungo. Ho riferito del pagamento di 35.000 euro che ho ricevuto da un signore per la campagna elettorale del 2013 in favore di Pasquale Maietta. Ho ricordato che prima di ricevere i soldi, vi era stata la presentazione da parte della Meloni di Maietta quale candidato, avvenuta presso il centro commerciale Latina Fiori. Noi eravamo presenti, ma ovviamente in disparte. C’era molta gente, diversi esponenti politici e diverse persone dello staff della Meloni. Tra queste era presente l’uomo che mi ha consegnato i 35.000 euro all’Eur”». Di conseguenza, si legge ancora sul quotidiano, «è un’altra narrazione. Nessuna presentazione, nessuna richiesta di denaro “in diretta”. Nessuna richiesta di rivolgersi a questo o quel segretario. E soprattutto nessun seguito investigativo visto che non c’è neppure prova che quella dazione di denaro sia avvenuta».