AstraZeneca, anche l’Italia ritira un lotto sospetto del vaccino: i controlli dopo alcuni “casi gravi”

11 Mar 2021 14:59 - di Prisca Righetti
Vaccino Astrazeneca lotto sospeso

Vaccino AstraZeneca, un lotto sospeso anche in Italia. L’Aifa lo ritira dalle disponibilità del momento. E dopo alcuni “eventi avversi gravi” scattano i controlli. Le verifiche affidate a Nas e esperti dell’Iss. Le vaccinazioni con il siero Astrazeneca tengono col fiato sospeso gli ultimi immunizzati. Dopo l’allarme scatenato dalla decisione della autorità danesi di sospendere le somministrazioni del vaccino anti Covid-19. A seguito di rapporti riguardanti gli effetti collaterali del farmaco, nelle ultime ore ha cominciato a circolare insistentemente la voce di un lotto in particolare, individuato in Italia. Una notizia data e avvalorata anche nei tg. L’Aifa quindi corre ai ripari, rendendo pubblico in una nota che: «A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi». Registrati «in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto. Su tutto il territorio nazionale. E si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario. Anche in stretto coordinamento con l’Ema, Agenzia del farmaco europea».

Astrazeneca, l’Aifa sospende e ritira in Italia un lotto “sospetto” del vaccino

Un primo punto messo in chiaro dall’Aifa è che, al momento, non è certo e dimostrato il nesso diretto tra il vaccino Astrazeneca e gli eventi gravi verificatisi. Ma in via precauzionale l‘Agenzia italiana del farmaco ha provveduto a sospendere immediatamente l’utilizzo di quel lotto. Chiarendo poi che: «Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi». Precisando, in merito alla «segnalazione di alcuni “eventi avversi gravi”, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19», di voler chiarire la vicenda. E procedere dunque con gli accertamenti dovuti sul caso. Per questo, partito l’allarme, l’ente regolatorio nazionale ha tempestivamente deciso di vietare l’uso del lotto in Italia, ritirandolo dalle disponibilità del momento.

L’Aifa rassicura: «Non è certo il nesso tra vaccino ed eventi gravi»

In questo frangente problematico, dopo la sospensione della somministrazione del siero in Danimarca, e con la criticità sorta anche in Italia relativa a uno specifico lotto, sulla attuale situazione è intervenuta anche AstraZeneca. La quale, si dice «consapevole» della decisione della autorità danesi di sospendere le somministrazioni del vaccino anti Covid-19, a seguito di rapporti riguardanti gli effetti collaterali del farmaco. Dichiarando altresì che «la sicurezza del paziente è la più alta priorità di AstraZeneca. I regolatori hanno standard chiari e stringenti sull’efficacia e la sicurezza per l’approvazione di qualsiasi nuovo farmaco. E questo comprende il vaccino Covid-19 di AstraZeneca», afferma l’azienda farmaceutica anglo-svedese in un comunicato. D’altro canto, conclude almeno per il momento la nota, gli addetti ai lavori hanno analizzato «in maniera estensiva nella Fase III det test clinici. E i dati confermano che il farmaco è generalmente ben tollerato». La questione non si esaurirà certo alle dichiarazioni del momento.

Astrazeneca, l’Aifa annuncia: «Su lotto ritirato verifiche Nas e Iss»

Aifa, per prima, infatti, come confermato dai vertici dell’ente stesso in una nota appena diramata, sta effettuando tutte le verifiche del caso. «Acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto superiore di sanità». E, aggiunge: «Comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile», assicura l’ente regolatorio nazionale. Ora, dunque, non resta che attendere gli esiti dei controlli e dei raffronti. Per il momento, comunque, il lotto “indicato” non è nella disponibilità dei vaccinandi. Perché in medicina, e nell’immunologia che è una sua branca idem dunque, prevenire è sempre meglio che curare...

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