Ustica, il giudice: il regista Martinelli induce a credere che Fragalà era un personaggio oscuro
“La scelta” del regista Renzo “Martinelli di attribuire al personaggio negativo” del suo sceneggiato Ustica “proprio il nome dell’onorevole avvocato Fragalà” non fu affatto casuale, come ha cercato di sostenere lo stesso Martinelli condannato, lo scorso 5 novembre dal Tribunale penale di Roma per diffamazione del parlamentare di An e noto avvocato palermitano ucciso a bastonate dalla mafia nel 2010 ma, fu, invece “pienamente consapevole”. Poiché Martinelli conosceva Fragalà.
E’ quanto scrive il giudice Paolo Emilio De Simone della Prima sezione penale del Tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 5 novembre ha condannato per diffamazione il Martinelli nei confronti di Fragalà.
Martinelli è stato condannato a 1.000 euro di multa, dopo la denuncia della famiglia Fragalà, assistita dallo studio Caroleo Grimaldi. Che aveva ravvisato nel film “Ustica” – una produzione italo-belga del 2016 di cui Renzo Martinelli è soggettista, sceneggiatore, produttore e regista – una diffamazione del deputato di An e noto penalista palermitano.
A ottobre è prevista, invece, la prossima udienza, sempre a Roma, del procedimento civile, che si sta anche questo avviando a conclusione, promosso contro Martinelli dalla famiglia Fragalà.
“Non vi è margine di incertezza – scrive il giudice De Simone – in ordine all’attitudine della sceneggiatura, e della sua trasposizione cinematografica ad indurre nello spettatore ignaro la convinzione che il personaggio politico ‘oscuro’ e negativo non possa che coincidere con il defunto Fragalà effettivamente esistito”.
“Pienamente cosciente deve ritenersi la scelta di Martinelli di attribuire al personaggio negativo dello sceneggiato proprio il nome dell’onorevole Fragalà – si legge nelle motivazioni. – Se in tal senso non fosse sufficiente rimarcare la circostanza che il nome in questione è l’unico reale e non equivocabile, mentre a tutti gli altri personaggi sono stati attribuiti nomi di fantasia”.
“Non sussistono dubbi in ordine alla caratterizzazione spiccatamente negativa del personaggio onorevole Fragalà. Il ruolo di insabbiatore riscoperto da quest’ultimo emerge in modo chiaro da gran parte degli scambi di battute”, sottolinea il giudice.
E sebbene “ a differenziare i due personaggi sussistano plurime circostanze” anagrafiche, “queste sono necessariamente destinate a passare in secondo piano di fronte ai profili di somiglianza che inducono lo spettatore ad assimilare le due figure”.
“E’ significativo evidenziare come il nome in questione sia l’unico effettivamente riconducibile ad un personaggio reale – osserva il giudice – e che, al contrario, tutti gli altri protagonisti dello sceneggiato“ portano “nomi di fantasia”.
“Anche il vero Fragalà fu membro della Commissione bicamerale Stragi”. Tutti elementi, conclude il giudice, che “inducono pacificamente lo spettatore a sovrapporre il ‘vero’ Fragalà a quello immaginario nel film”.
“Ustica” è “un film purtroppo basato su ricostruzioni molto discutibili – dice il senatore azzurro Maurizio Gasparri. – Ho apprezzato altre opere di Martinelli ma non questa. Su Ustica sappiamo la verità e abbiamo letto atti secretati ma, tante volte, citati dalla stampa. Sono chiare le colpe della strage ma si continua a alimentare leggende. I colpevoli stanno in Medio Oriente. Giusta, quindi – conclude Gasparri – la tutela del compianto onorevole Fragalà chiamato in causa in modo inaccettabile. La condanna ne onora la figura e la memoria”.